“Quattro punti su sei fortemente inquinati”. Sono le conclusioni del monitoraggio di Goletta dei laghi sul Ceresio, terza tappa della campagna 2016 dell’equipaggio del Cigno Azzurro. Goletta dei laghi, realizzata in collaborazione con Coou – Consorzio obbligatorio degli oli esausti e Novamont, è una campagna itinerante che dal 2006 interessa i maggiori laghi della penisola. Nel monitoraggio della Goletta dei laghi vengono prese in esame le foci dei fiumi, torrenti, gli scarichi e i piccoli canali che spesso si trovano lungo le rive dei laghi: queste situazioni – spiega una nota – sono i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta all’insufficiente depurazione degli scarichi civili che attraverso i corsi d’acqua arrivano nel lago. Quello di Legambiente “è un campionamento puntuale che non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali né pretende di assegnare patenti di balneabilità – si chiarisce – ma restituisce comunque un’istantanea utile per individuare i problemi e ragionare sulle soluzioni“. “Il nostro compito è quello di individuare le criticità dei bacini lacustri con particolare attenzione, non solo dove sappiamo esserci maggiore afflusso di bagnanti, ma soprattutto dove intravediamo un rischio più elevato di inquinamento – commenta Barbara Meggetto, responsabile Goletta dei laghi di Legambiente – Ricordiamo che il 25% delle acque fognarie arriva nei fiumi, nei laghi e nel mare senza essere opportunamente depurato. Sul Ceresio anche quest’anno i dati segnalano le maggiori criticità lungo i corsi d’acqua che arrivano a lago“. Da otto anni i monitoraggi scientifici della Goletta dei laghi rilevano livelli preoccupanti di inquinamento fecale nel Rio Bolletta, uno degli affluenti del Lago Ceresio. Quest’anno sono stati registrati quantitativi di batteri intestinali 5 volte al di sopra dei limiti di legge. Nel dettaglio, Goletta dei laghi rileva: “A Porto Ceresio la foce del torrente Vallone e quella del rio Bolletta non superano ancora la prova dei monitoraggi, anzi, si registra addirittura una presenza di batteri 7 volte superiore ai parametri di riferimento previsti dagli scarichi dei depuratori nelle acque superficiali secondo la normativa, mentre si registra un miglioramento per la foce del Brivio; in provincia di Como, seppur altalenante la situazione della foce del fiume Telo di Osteno a Claino con Osteno, segna un peggioramento negli ultimi tre anni. Entro i limiti, invece, il lungolago Ungheria a Lavena Ponte Tresa“. E ancora: “Su segnalazione ricevuta grazie al servizio SOS Goletta, i tecnici hanno prelevato campioni sul lungolago XXV Aprile, allo scarico posto all’altezza di piazza IV Novembre e i risultati hanno confermato il sospetto che si trattasse di un’area fortemente inquinata”. “Vogliamo una politica fatta di contenuti – dichiara Sergio Franzosi, presidente del Circolo Legambiente Valceresio Onlus – fino ad oggi il risanamento delle acque non è mai stata una priorità per le amministrazioni, è ora di cambiare rotta, investimenti mirati sono possibili“. “Non è la prima volta che denunciamo il probabile sottodimensionamento del sistema di depurazione delle acque – sottolinea Milena Nasi, portavoce del Circolo Legambiente Valceresio Onlus – Nella passata edizione abbiamo consegnato la bandiera nera alla Comunità Montana per la gestione del depuratore del Rio Bolletta, ma nonostante questo nulla è cambiato. Il sollecito alle autorità competenti è anche di verificare la possibilità che ci siano scarichi abusivi e che la collettazione sia sempre funzionante“.