Mobilità: interrogazione parlamentare sull’idrogeno, via gli ostacoli normativi

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L’idrogeno come tecnologia alternativa diffusa su larga scala per affermare un nuovo concetto di mobilità ed equiparare l’Italia agli altri Paesi europei, ma prima bisogna eliminare gli ostacoli normativi e adeguare l’attuale regolamento per la realizzazione delle stazioni di rifornimento: lo chiede Marco Di Maio in un’interrogazione parlamentare, firmata insieme ad altri 10 deputati, presentata per chiedere di modificare il Decreto n. 213 del 31 agosto 2006, che rappresenta l’ostacolo più evidente per la realizzazione di una rete di infrastrutture attiva ed efficiente, per la distribuzione dell’idrogeno per autotrazione. Mentre Paesi come la Germania, la Danimarca, il Belgio e il Regno Unito hanno costruito stazioni di rifornimento, attive e sicure, a 700 Bar, in Italia ad oggi l’unica stazione dove le auto si possono rifornire a 700 Bar si trova a Bolzano. Un ostacolo rilevato anche da Toyota, produttrice della prima berlina di serie al mondo alimentata a idrogeno, la Mirai, già in circolazione in quei Paesi che si sono attrezzati. Ad aprile, Toyota ha sottoscritto un Protocollo d’Intesa con la città di Venezia che prevede proprio la realizzazione di una piattaforma integrata di mobilità che integra anche la realizzazione di stazioni di rifornimento a idrogeno. ”Il nostro Paese deve adeguarsi agli standard europei, che già prevedono l’uso e la commercializzazione delle auto ad idrogeno – commenta Andrea Carlucci, amministratore delegato Toyota Motor Italia – Il problema dell’Italia è una normativa non al passo con i tempi, che non consente la realizzazione di nuove stazioni di rifornimento, necessarie per la circolazione di vetture di questo tipo“. ”Adesso è il momento dell’idrogeno – aggiunge – che consentirà, ancora di più, di abbattere le emissioni di Co2. Gli obiettivi definiti lo scorso anno in termini di tutela ambientale, sono estremamente importanti. Hanno anticipato di qualche settimana i temi di Cop21 e previsto un orizzonte temporale che si estende fino al 2050: prevediamo, infatti, di ottenere una riduzione media globale delle emissioni di anidride carbonica del 90%, rispetto alla media Toyota del 2010, l’azzeramento delle emissioni di Co2, che derivano dal ciclo di vita della vettura e la creazione di impianti di produzione a zero emissioni”. La richiesta alle istituzioni è dunque quella di introdurre rapidamente le necessarie modifiche all’attuale normativa; ”non va infatti dimenticata anche la necessità di definire, all’interno del recepimento della Direttiva Dafi, un Quadro Strategico Nazionale per la realizzazione di un’infrastruttura di distribuzione per i combustibili alternativi. Non vogliamo dimenticare il nostro plauso alle Istituzioni che hanno scelto di inserire l’idrogeno tra le tecnologie presenti nel Quadro strategico nazionale, che verrà sottoposto alla Commissione Europea. Ma serve uno sforzo ulteriore. Auspichiamo – conclude Carlucci – che l’eliminazione di ogni ostacolo normativo per creare una rete infrastrutturale adeguata, venga inserita come priorità all’interno del Quadro Strategico Nazionale”.

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