Russia, scienziati furiosi scrivono a Putin: siamo al collasso per i troppi controlli

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Gli scienziati russi hanno scritto una lettera aperta al leader del Cremlino Vladimir Putin, dove criticano fortemente le azioni dell’Agenzia Federale delle organizzazioni scientifiche, creata per affrontare le questioni relative alle proprietà dell’Accademia Russa delle Scienze (RAS), ma evidentemente impegnata a guidare la ricerca e la valutazione dell’efficacia dei gruppi scientifici. Il giornale Kommersant lo rende noto pubblicandone il testo nella sua edizione on line. La lettera vede le firme di più di un centinaio di persone: accademici, membri dell’Accademia delle Scienze e professori. “Il tempo del politically correct è finito, è il momento di chiamare le cose col loro nome” si legge da parte degli scienziati, che chiedono “un’immediata cessazione della dirompente campagna di ristrutturazione senza senso“, con assegni di ricerca parzialmente congelati e richieste di fusioni tra gruppi di ricerca, aborrite degli accademici. Ma ancora più grave è la constatazione del fallimento del lavoro di questi anni.

È ormai evidente che negli ultimi tre anni, la riforma della scienza, fondamentale in Russia, non ha dato alcun risultato positivo” si legge nel documento indirizzato al presidente. Le conseguenze negative delle riforme, secondo gli autori della lettera sono: il collasso della autorità scientifica russa, la distruzione completa di gestione della scienza, la demotivazione e la demoralizzazione degli scienziati, una nuova ondata di emigrazione scientifica, l’attivazione di burocrati e “ladri della scienza“, la sostituzione di criteri scientifici per valutare l’insensato formalismo, riducendo la quota di pubblicazioni di alta qualità nazionale nel mondo della scienza.

La situazione è diventata critica e richiede un intervento urgente da parte della leadership del paese“, dicono gli scienziati. Di fatto la leadership russa si è trovata in questi anni di fronte al difficile compito di riformare uno dei settori più illustri della società e dell’economia prima sovietica e poi russi, la scienza appunto. Ma quanto per ora fatto, secondo gli scienziati, è soprattutto dannoso. “È stata sottoposta – si legge – a pressioni senza precedenti da parte di agenzie governative, avventurandosi sempre di più in una nuova “riforma”, che ha portato un degrado costante. Tra queste la riforma dell’Accademia Russa delle Scienze, nel 2013, quando la scienza accademica ha subito un colpo quasi mortale. Ora è iniziata una nuova fase, che interessa direttamente tutte le istituzioni e tutti i dipendenti. A livello di governo, e per conto dell’Agenzia federale di organizzazioni scientifiche, eccessivamente zelanti “manager” hanno proposto e realizzato un consolidamento completamente ridicolo delle istituzioni, integrandole su base “interdisciplinare“.

Se questo viene fatto con dolo o involontariamente è una questione secondaria: importa invece che alla “soluzione finale” del destino della scienza in Russia resti ancora un po’ di tempo” dal “punto di non ritorno“.

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