Salute: trasmesso dal ministro Lorenzin il “Piano nazionale della cronicità”

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Trasmesso dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, in Conferenza Stato-Regioni il ‘Piano nazionale della cronicità‘, per l’approvazione definitiva. Il documento, in attuazione del Patto per la Salute 2014-2016, disciplina le modalità di assistenza e tutela del crescente numero di pazienti con malattie croniche, spiega il ministero in una nota. Il fenomeno della cronicità ha una significativa portata nel Sistema sanitario ed è in progressiva crescita: si stima che circa il 70-80% delle risorse sanitarie nei paesi avanzati sia oggi speso per la gestione di queste patologie, che nel 2020 rappresenteranno l’80% di tutte le malattie nel mondo. Da questo prende le mosse il Piano: nel nostro Paese gli ‘over 65’ sono il 21,2% della popolazione.

Nel documento viene definito, da un lato, a livello nazionale un ‘disegno strategico’ per la gestione della cronicità, che le singole regioni potranno attuare sul proprio territorio in considerazione della propria storia, dei servizi e delle risorse disponibili; dall’altro, si dettano linee di indirizzo su patologie con caratteristiche e bisogni assistenziali specifici, come malattie renali croniche e insufficienza renale, artrite reumatoide e artriti croniche in età evolutiva, rettocolite ulcerosa e malattia di Crohn, insufficienza cardiaca, malattia di Parkinson e parkinsonismi, broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) e insufficienza respiratoria, insufficienza respiratoria in età evolutiva, asma in età evolutiva, malattie endocrine in età evolutiva e malattie renali croniche in età evolutiva. In particolare, prosegue il ministero, il Piano si pone l’obiettivo di influenzare la storia naturale di molte patologie croniche, non solo in termini di prevenzione, ma anche di miglioramento del percorso assistenziale della persona, riducendo il peso clinico, sociale ed economico della malattia.

Obiettivi raggiungibili attraverso la prevenzione primaria, la diagnosi precoce, l’educazione e l’empowerment del paziente, nonché attraverso la prevenzione delle complicanze, che spesso sono responsabili dello scadimento della qualità di vita della persona e che rappresentano le principali cause degli elevati costi economici e sociali delle malattie stesse. Il Piano fornisce, quindi, indicazioni per favorire il buon funzionamento delle reti assistenziali, con una forte integrazione tra l’assistenza primaria, centrata sul medico di medicina generale, e le cure specialistiche; la continuità assistenziale, modulata sulla base dello stadio evolutivo e sul grado di complessità della patologia; l’ingresso quanto più precoce della persona con malattia cronica nel percorso diagnostico-terapeutico multidisciplinare; il potenziamento delle cure domiciliari e la riduzione dei ricoveri ospedalieri, anche attraverso l’uso di tecnologie innovative di ‘tecnoassistenza‘; modelli assistenziali centrati sui bisogni ‘globali’ del paziente e non solo clinici.

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