Acqua = vita. Questa semplice equazione, valida sul pianeta Terra, è potenzialmente applicabile all’intero Universo: ragion per cui trovare tracce presenti o passate di H2O è tra gli obiettivi primari dell’astronomia.
Restando nel nostro Sistema solare, se si parla d’acqua i riflettori sono tutti puntati sul pianeta Marte, dove nel 2012 il rover della NASA Curiosity ha scovato i resti di un antico fiume che doveva solcare il suolo marziano milioni di anni fa. Ancora prima la ricerca era stata iniziata nell’ambito della missione NASA 2001: Mars Odyssey, chiamata così in onore del romanzo di Clarke e dell’omonimo capolavoro di Kubrick sull’odissea spaziale dell’astronave Discovery One governata dal supercomputer HAL 9000.
Un gruppo di ricercatori coordinato dalla Louisiana State University è partito proprio dai dati di Mars Odyssey per una nuova analisi del suolo marziano su larga scala. In particolare gli scienziati hanno utilizzato le informazioni raccolte dallo spettrometro a raggi gamma GRS della navicella NASA, abbastanza sensibile da rilevare la composizione del suolo marziano fino a un metro e mezzo di profondità: più di qualunque altra missione sia sul terreno che in orbita. È un po’ come ‘scavare’ la superficie di Marte per scoprire cosa c’è negli strati più profondi – spiega l’ASI – con l’ulteriore vantaggio che i dati satellitari di Mars Odyssey permettono di scandagliare enormi porzioni di territorio. Il team di ricerca ha infatti passato in rassegna regioni di Marte grandi come tutti gli Stati Uniti, trovando un dato interessante: tracce di solfati di ferro che potrebbero contenere acqua legata chimicamente, un tipico risultato di antiche acque acide salate.
Questi nuovi risultati, pubblicati su Journal of Geophysical Research: Planets, suggeriscono che i solfati di ferro possano avere un ruolo rilevante nell’idratazione del suolo marziano.
“È un dato importante – commenta Nicole Button della Louisiana State University e co-autrice dello studio – perché contribuisce alla storia dell’acqua su Marte, che abbiamo usato come sentiero per la nostra ricerca di tracce di vita sul pianeta rosso”.