Se la salute degli animali domestici è più importante di milioni di bambini che muoiono di fame…

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Siamo nell’era della comunicazione, indubbiamente. Ma il problema è: di che tipo di comunicazione parliamo? Innanzitutto della comunicazione che passa attraverso i mass media, televisione in buona parte, giornali cartacei in minima parte, ma soprattutto la comunicazione che passa attraverso internet. E proprio quest’ultima, per chi fa un lavoro come il nostro, ti permette di avere dei riscontri immediati, impensabili solo fino a qualche anno fa, ovvero sapere con tempestività quanto sia stato apprezzato e letto ogni singolo articolo pubblicato. Una possibilità, questa, che è senza dubbio anche un’arma a doppio taglio, la quale rende ancora più ostica la risposta a quella famosa domanda che sta alla base della moderna comunicazione: sono i mass media che influenzano l’opinione pubblica o viceversa?

Ebbene, il problema sta nel fatto che la troppa comunicazione, paradossalmente, sta generando mancanza di informazione. Informazione vera, si intende. Sicuramente tutti riusciamo ad accedere in tempi brevi a notizie di eventi accaduti anche solo pochi minuti prima dall’altra parte del mondo, ma quanto poi ci soffermiamo ad analizzarle, e come le selezioniamo queste notizie? L’esempio più lampante è balzato agli occhi della nostra redazione solo qualche giorno fa. Due articoli, pubblicati a poche ore di distanza l’uno dall’altro, che ci hanno fatto riflettere e giungere alla conclusione che le priorità, a questo mondo, stanno proprio andando alla deriva.

Il primo è “Allarme mortalità infantile: a rischio 69 milioni di bambini entro il 2030“. Un titolo “triste”, sicuramente non “acchiappa click”, ma che rispecchia la realtà che stiamo vivendo e che si acuisce di anno in anno, con i cambiamenti climatici dettati dalla Natura, che chiede il conto al genere umano di tutti i danni causati da quando ha messo piede su questo pianeta. L’altro, invece, molto più attuale e dedicato alla bella stagione: “Estate: ecco i consigli, alimentari e non, per aiutare i nostri animali domestici ad affrontare il caldo“. Ora, sicuramente non ci sarà bisogno di spiegare quale dei due sia stato più letto, cliccato e “fregiato” di “mi piace” su Facebook: gli animali domestici e il pericolo che possano soffrire il caldo, hanno vinto sui milioni di bambini di meno di 5 anni che stanno, già ora, non in futuro remoto, morendo di fame; e muoiono di fame a causa del fatto che ancora, nel 2016, non abbiamo imparato a gestire le nostre risorse e non sappiamo come dividerle con il resto del mondo. Anzi, da “queste parti”, abbiamo problemi contrari: siamo obesi, malati per il troppo cibo grasso e i nostri figli finiscono in ospedale perché, ad un certo punto, li costringiamo a mangiare solo cibo vegano, per salvarli non si capisce bene da cosa.

Nulla contro gli animali domestici, dunque, che fanno ormai parte a pieno titolo delle nostre opulente società occidentali e i cui diritti sono sempre più netti e riconosciuti, ma forse sarebbe il caso, quando si naviga su internet, quando si scorre la home di Facebook, quando si leggono solo i titoli o si guardano solo le foto in evidenza, di soffermarsi un po’ di più anche su argomenti che in apparenza sembrano “tristi” e lontani da noi. Perché fare finta che il problema non ci sia non elimina il problema, ma lo enfatizza, lo allarga a macchia d’olio e poi fermarlo diventa impossibile. Anche se probabilmente, fermarlo, è impossibile già da ora. Nessuna retorica, dunque, e nessuna paternale, ma solo un consiglio per fare in modo che tutta questa comunicazione inizi davvero a generare più informazione, più cultura e più consapevolezza del meraviglioso e crudele mondo che ci circonda.

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