Parte il Tour de France, e subito entrano in azione le nuove tecnologie per stanare i furbetti della corsa facile che pensano di gareggiare con l’aiutino chimico o con quello meccanico. Il capo della federciclismo mondiale Brian Cookson alla vigilia della partenza ha infatti annunciato una guerra senza quartiere alle scorrettezze e “controlli a sorpresa” sui corridori, una marea di “test sulle bici, oltre tremila durante la corsa”, e l’uso di nuove tecnologie di laboratorio “capaci di scovare sia le microdosi di sostanze proibite”, sia gli invisibili motorini che spingono in salita. In mano agli ispettori anche tablet a risonanza magnetica e telecamere termiche. Insomma, tutti sono avvertiti. Sara’ difficile farla franca. L’intensificarsi dei controlli rendera’ piu’ complicata ma anche piu’ avvincente la gara ciclistica piu’ bella del mondo, che annovera quest’anno la crema dei campioni in circolazione. L’uomo da battere e’ il britannico Chris Froome, gia’ trionfatore due volte al Tour. Uno che ama la Francia, non ricambiato, e che l’anno scorso fu bersagliato di insulti e sputi. Il britannico di origine keniana, capitano del Team Sky, ha annunciato le sue intenzioni di vittoria, ma dovra’ vedersela con il colombiano Nairo Quintana, con il sempiterno spagnolo Alberto Contador altra vecchia conoscenza sulle strade francesi. E poi con una inedita coppia di italiani, entrambi in forza all’Astana, al via con programmi da verificare e ruoli capovolti: Vincenzo Nibali, due anni fa trionfatore a Parigi e adottato dal pubblico francese, e Fabio Aru, giovane compagno-rivale, nel 2015 vincitore della Vuelta e quest’anno chiamato a diventare capitano e puntare la vittoria. Nibali gregario ? lo squalo c’e’ ma pensa soprattutto a tenersi in forma per le Olimpiadi, ha appena vinto il Giro d’Italia, e dovra’ dosare le forze per non arrivare a Rio stremato, al Tour dunque nelle sue intenzioni c’e’ di aiutare il giovane sardo. Situazione invero singolare. Ma in gara non sono da escludere sorprese. Fra i 198 corridori al via solo 13 sono italiani, la prima tappa parte dalla spettacolare Mont Saint Michel, la rocca-santuario in mezzo al mare, panorami mozzafiato e aria fredda, per concludersi nei pressi di Utah Beach, una delle spiagge della Normandia dove sbarcarono gli Alleati il 6 giugno 1944. E’ una tappa di soli 188 km pianeggianti, in buona parte fronte mare, adatta ai velocisti; ci saranno tutti i migliori in circolazione come Kittel, Greipel, Degenkolb, Cavendish e anche il campione del mondo Sagan, che ormai non e’ piu’ l’eterno secondo delle volate. Ci sara’ tempo per affrontare nelle successive venti tappe i Pirenei e le Alpi, con il Tourmalet e il Mount Ventoux, o le due crono prima dell’arrivo a Parigi il 24 luglio.