Trapianti, europarlamento: un’indagine sul prelievo forzato di organi in Cina

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Un’immediata indagine indipendente sul prelievo forzato di organi in Cina. E’ la richiesta del Parlamento europeo, che prende posizione sulla questione adottando ufficialmente la ‘Dichiarazione scritta 0048/2016 – Sul porre fine al prelievo coatto di organi dai prigionieri di coscienza in Cina’, formata da ben 413 eurodeputati da tutti i 28 Stati membri, fra cui 59 dei 73 parlamentari italiani. Nella dichiarazione si chiede un’indagine indipendente e senza indugio sul prelievo di organi in corso in Cina, ribadendo i rapporti ricorrenti sulla pratica sistematica, perseguita dallo Stato, di prelievo forzato di organi dai prigionieri di coscienza non-consenzienti in Cina, in primo luogo dai praticanti dei pacifici esercizi meditativi del Falun Gong, ma anche da Uiguri, Tibetani e Cristiani, evidenzia l’Associazione italiana Falun Dafa. Il 22 giugno è stato pubblicato un nuovo rapporto investigativo dall’avvocato per i diritti umani David Matas, dall’ex segretario di Stato per Asia-Pacifico David Kilgour e dal giornalista investigativo Ethan Gutmann. Secondo tale rapporto, ci sono dai 60.000 ai 100.000 trapianti di organi ogni anno in Cina, mentre pubblicamente il Paese ne dichiara circa 10.000 l’anno. Non solo: un milione e mezzo di persone sono state uccise per i loro organi. Anche gli Stati Uniti hanno preso posizione, di recente, contro questa pratica con una Risoluzione unanimemente approvata dal Congresso il 13 giugno, che condanna e chiede la fine della pratica del prelievo forzato di organi in Cina.

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