Il tumore alle ovaie, dovuto alla proliferazione incontrollata delle cellule dell’organo, il più delle volte partendo da cellule epiteliali o germinali, è un tumore ginecologico molto diffuso; definito “killer silenzioso” in quanto i suoi sintomi possono comparire quando la malattia è già a uno stadio piuttosto avanzato. Premettendo che in questo caso la prevenzione è data dalla diagnosi precoce, analizziamone sintomi, cause e fattori di rischio, diagnosi e cura.
SINTOMI: I sintomi del tumore alle ovaie sono spesso sottovalutati, in quanto comuni ad altre patologie minori. Vanno considerati solo se si presentano in rapida sequenza insieme e all’improvviso: addome gonfio, aerofagia, bisogno frequente di urinare, cui si aggiungono il senso di sazietà precoce, mancanza di appetito, nausea e vomito, mestruazioni irregolari.
CAUSE E FATTORI DI RISCHIO: le cause che provocano l’insorgenza di questa malattia non sono ancora ben note, tuttavia vi sono una serie di fattori di rischio: nulliparità (assenza di gravidanze) e una prima gravidanza tardiva, comparsa anticipata della prima mestruazione o ritardata della menopausa, sovrappeso, alimentazione ricca di grassi animali e povera di frutta e verdura fresche, infertilità, fattori genetici (avere almeno due parenti strette con tumore ovarico, una parente stretta con tumore ovarico e una parente stretta con tumore al seno diagnosticati in età inferiore a 50 anni, parente stretta con tumore alle ovaie e due famigliari con tumore al seno diagnosticati in età inferiore a 60 ani, tre parenti con tumore del colon o dell’utero e una parente con tumore ovarico, fattori ambientali (es. esposizione a talco e amianto).
DIAGNOSI: La diagnosi si effettua mediante visita ginecologica e palpazione dell’addome. Molto utile l’ecografia transaddominale, talvolta combinata col dosaggio del CA125, un marcatore serico i cui valori possono essere elevati in molte situazioni sia tumorali ginecologiche e non ginecologiche, che in patologie non neoplastiche (es. pancreatite, epatopatie croniche ecc.).Oltre all’ecografia, vengono utilizzate la TAC addome, il clisma opaco con bario e la risonanza magnetica con lo scopo di verificare la diffusione del tumore e la presenza di eventuali metastasi nel cavo addominale.
CURA: Nel trattamento del tumore dell’ovaio, oltre alla rimozione di una o di entrambe le ovaie e delle tube di Falloppio (salpingo-ovariectomia), il chirurgo potrebbe essere costretto a eseguire: la rimozione dell’intero utero (isterectomia totale), la rimozione di una parte dell’omento (omentectomia), se il tumore ovarico è particolarmente esteso, la rimozione (entro i limiti del possibile) dei linfonodi addominali e di tutti i tessuti intaccati dalle cellule tumorali, se il tumore alle ovaie è di stadio III o IV.
La chemioterapia può precedere l’intervento chirurgico (chemioterapia primaria o neoadiuvante), con l’intento di ridurre la massa tumorale oppure può essere somministrata dopo l’intervento chirurgico (chemioterapia adiuvante), allo scopo di eliminare eventuali cellule tumorali residue. Nel trattamento del tumore dell’ovaio, la radioterapia può essere offerta come trattamento palliativo, in grado, cioè, di dare sollievo e di ridurre il dolore, ma non di risolvere la malattia in modo definitivo.