Alopecia: il trapianto è la risposta italiana alla calvizie?

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Cresce nel mondo l’attenzione di uomini e donne alla salute dei capelli. Un’attenzione che si traduce sempre più spesso nel ricorso alla chirurgia per mascherare problemi di caduta che manifestano spiacevoli aree indebolite e poco folte. Quali sono i numeri di questo fenomeno?

Italia sesta al mondo per interventi di chirurgia estetica

Nel nostro Paese cresce, anno dopo anno, il ricorso al bisturi e il numero di interventi di chirurgia estetica. A livello mondiale sono gli Stati Uniti a guidare la classifica per numero di interventi. Sul podio anche Brasile e Cina, seguono Giappone e Messico. E poi c’è l’Italia, primo paese europeo con alle spalle Francia, Germania, Spagna e Gran Bretagna. Ma la principale caratteristica della chirurgia made in Italy è il ricorso, soprattutto da parte degli uomini, al bisturi per problemi di calvizie.

La calvizie in Europa colpisce 30 milioni di persone

I numeri della calvizie, in Europa, sono in costante aumento. Le ultime rilevazioni contano 30 milioni di casi. Questo significa che nel nostro continente ben 3 europei su 4 considerano i capelli un fattore indispensabile per avere di sé un’immagine e un’opinione legata ad aggettivi quali: attraente, virile, affascinante. A farsene un problema più grande degli altri sono soprattutto gli italiani.

Sono gli uomini e le donne della Penisola, infatti, i primi europei a preoccuparsi per le ricadute sociali e affettive della caduta dei capelli. A torto o a ragione? Difficile rispondere ma qual che sembra certo è che il solo dubbio intacchi nel profondo la sicurezza in se stessi, con importanti riflessi sulla psicologia del soggetto.

Italiani primi in Europa per numero di autotrapianti

Che fare per rispondere a un disagio in aumento? Come contrastare la caduta dei capelli e affrontare il mondo a testa alta? La risposta, per un numero sempre più grande di italiani, è il bisturi. È l’autotrapianto di capelli, nonostante i suoi limiti accertati.

 In tutta Europa il settore fa registrare un incremento del 15 per cento l’anno, nonostante la crisi economica.

La percentuale di italiani che si sottopone a questo particolare intervento o a trattamenti di altra natura per contrastare la caduta dei capelli è nettamente più alta di quella media europea, parliamo del 36,2 per cento contro 29 per cento. Un italiano su tre, dunque, non si arrende all’avanzare della calvizie e decide di contrastarla seguendo strade diverse, più o meno fruttuose.

Calvizie, un problema che colpisce uomini e donne

In Italia, soffermandoci sui numeri, sono 18 milioni i soggetti che si trovano ad affrontare problemi di caduta e diradamento dei capelli,  di questi, tra gli uomini, ben 8 milioni soffrono di alopecia androgenetica. Purtroppo, contrariamente a quanto potrebbe esser portato a credere qualcuno, il fenomeno non interessa solo gli uomini ma colpisce anche le donne.

In Italia le donne affette dal fenomeno del diradamento sono ben 6 milioni, nel 95 per cento dei casi si tratta della conseguenza manifesta dell’alopecia androgenetica.

Quali strade percorrere?

Come visto, la strada a cui ancora oggi si dà priorità è quella del trapianto di capelli. Il 65 per cento degli italiani considera la caduta dei capelli uno dei peggiori inestetismi per un uomo, peggio dei segni dell’invecchiamento o del grasso.

 Ma, come ben evidenziato dagli studiosi e ricercatori di Hairclinic, l’autotrapianto presenta numerosi limiti dati dal fatto che questo intervento si limita a coprire una conseguenza di una patologia che, non indagata, non viene curata in modo adeguato.

Diverso, invece, il punto di partenza del protocollo avanzato utilizzato presso l’istituto, che trova i suoi pilastri proprio nella diagnosi e nello studio delle cause scatenanti del diradamento e della conseguente caduta.

Dott. Angelo Vargiu – Sociologo della Comunicazione, Web writer

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