Ambiente, Commissione Europea: microgranuli cosmetici una minaccia, lavoriamo a soluzione

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I microgranuli, particelle di plastica di grandezza inferiore ai 5 millimetri utilizzate tra l’altro nell’industria cosmetica, costituiscono “una minaccia” per l’ambiente marino e per le acque interne. Pertanto, la Commissione Europea sta valutando se introdurre delle norme volte a ridurre la quantità di queste particelle che si riversa ogni giorno in mari, fiumi e laghi. Una decisione arriverà “nei prossimi mesi”, nell’ambito della strategia comunitaria sulle plastiche, in corso di elaborazione. Nel frattempo, l’esecutivo europeo “accoglierà con favore” qualsiasi sforzo che l’industria cosmetica intenda fare per diminuire l’uso di questi inquinanti, che, a causa delle dimensioni ridotte, possono passare indenni attraverso i filtri dei depuratori.
“Per quanto riguarda i microgranuli – ha spiegato il portavoce della Commissione Europea per l’Ambiente, le questioni marittime e la pesca Enrico Brivio – la Commissione riconosce che i rifiuti gettati in mare e in particolare le microplastiche costituiscono una minaccia per l’ambiente marino, specie per gli animali marini e quindi, potenzialmente, per la salute umana”.
“La Commissione – continua Brivio – ha lanciato uno studio, analizzando i dati e la letteratura scientifica disponibili per valutare il contributo di questo tipo di plastiche all’inquinamento dell’ambiente marino. I risultati dello studio sono stati pubblicati in febbraio e la Commissione sta attualmente analizzando, sulla base di questo studio e di altre informazioni rilevanti, se siano necessarie delle azioni, e quali, per ridurre la quantità di microplastiche derivanti da varie fonti nell’ambiente marino e in quello di acqua dolce”. “Questo – prosegue il portavoce – avverrà nel quadro della strategia futura sulle plastiche, che è attualmente in preparazione, come seguito al piano di azione sull’economia circolare di dicembre 2015. Questo avverrà nei prossimi mesi. Nel frattempo, la Commissione segue gli sviluppi internazionali e accoglierà con favore impegni volontari da parte dell’industria cosmetica riguardanti la riduzione delle microplastiche”.
“Per quanto riguarda un divieto su base nazionale – conclude Brivio – penso che sia meglio avere una soluzione europea ed è quello a cui stiamo lavorando. Ci sono state richieste di porre un divieto da parte di diversi Stati membri: questo sarà discusso nel corso dei prossimi mesi, nell’ambito della strategia sulle plastiche”.
Negli Usa, il presidente Barack Obama ha firmato a fine 2015 il Microbead-Free Waters Act, una legge in virtù della quale l’uso dei microgranuli inizierà ad essere progressivamente abbandonato dall’industria Usa a partire dal primo luglio 2017. Negli States, il problema dell’inquinamento da microgranuli è particolarmente sentito nell’area dei Grandi Laghi. (AdnKronos)

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