Approvata la parte attuativa della Legge Madia sul Pubblico Impiego: ricadute positive sugli enti di ricerca

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Con questa riforma viene sancito il principio che a fronte di un’amministrazione efficiente e responsabile gli enti di ricerca avranno più autonomia nella gestione del bilancio e nell’assunzione del personale”. Il Presidente dell’ASI, Roberto Battiston, ha così commentato il via libera da parte del Consiglio dei Ministri della parte attuativa della legge Madia sul pubblico impiego  che semplifica l’attività di 21 Enti pubblici di ricerca (EPR), di cui 14 vigilati dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.  Le novità introdotte riguardano anche l’ambito delle assunzioni con un conseguente beneficio per l’eccellenza della ricerca italiana. Gli enti, infatti, per assumere un giovane ricercatore o tecnologo non dovranno più aspettare che si liberi una casella nella pianta organica, ma potranno farlo se avranno le risorse a disposizione entro il limite complessivo dell’80% del proprio bilancio (una norma già presente per gli atenei). I Piani Triennali di Attività (PTA) diventano gli strumenti di pianificazione anche del personale addetto alla ricerca, nel rispetto dell’autonomia degli Enti di Ricerca. Il decreto prevede anche lo sblocco del turnover al 100% che scatterà già nel 2017.   “La ricerca italiana grazie alle decisioni del Governo e del Ministro Giannini avrà la possibilità di confrontarsi al meglio con i nostri partner internazionali, sviluppando e sostenendo quella parte fondamentale dell’attività di ricerca che è rappresentata dal capitale umano – ha aggiunto il Presidente dell’ASI –  Con questo provvedimento potremmo attingere a nuove intelligenze in Italia e all’estero e aumentare così l’ efficacia e l’intensità dell’investimento sull’innovazione, il vero capitale della società in cui viviamo”.  Il testo approvato dal Consiglio dei Ministri riporta tutti gli Enti pubblici sotto un comune riferimento normativo, eliminando molti dei vincoli previsti per la pubblica amministrazione ma inadatti a chi fa ricerca. Tra le varie novità introdotte, il decreto prevede il recepimento della carta Europea dei ricercatori per garantire più libertà di ricerca, portabilità dei progetti, valorizzazione professionale, adeguati sistemi di valutazione.

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