Archeologia: da un fotografo dell’invisibile nuove verità su Baldaccio di Anghiari

MeteoWeb

C’è chi è in grado di fotografare l’invisibile, di catturare la memoria emozionale di chi ha vissuto secoli fa ed ha lasciato in un luogo l’impronta energetica che il tempo non ha potuto cancellare. Mauro Radicchi è questo. Uno studioso capace di utilizzare tecnologie incredibilmente sofisticate e specifiche per fissare nella memoria digitale i fotoni nello spettro dell’invisibile, in quello spazio cioè dove ci sono cose che i nostri occhi non possono vedere o percepire. E che, grazie alle sue ricerche, è riuscito a far emergere nuove verità ancora top secret, perché condivise con altri studiosi in ambito storico-archeologico e ancora in fase di elaborazione definitiva, e altre contenute nel suo ultimo libro pubblicato su Kindle: ‘Baldaccio di Anghiari‘, realizzato insieme a Michela Albano che sta diventando la sceneggiatura di un film. “E’ in fase embrionale – racconta Radicchi all’Adnkronos – un mio progetto ambizioso, si tratta di un film sulla storia di uno dei più grandi condottieri esistiti nel periodo del ‘400 tratto dal libro che abbiamo scritto sull’intervista psichica effettuata con Baldaccio, dove lui si racconta a noi. E’ lui stesso, infatti, ad averci chiesto espressamente di ‘Riscrivere’ la sua storia. La sceneggiatrice e regista Diana Garlant è al lavoro. Per ora mi posso limitare solo a questa informazione“. Ma partiamo dal principio. “Dopo molti secoli di osservazione di fenomeni particolari – spiega lo studioso – si è cercato di rendere visibile la teoria che le emozioni sopravvivono oltre le nostre misure umane, oltre la dimensione del tempo. Che le emozioni, positive o negative, sopravvivano alla nostra morte – osserva – è per molti una realtà. Apparizioni, conoscenza di fatti del passato o del futuro rientrano in questa teoria. Così si spiegherebbero molte cose, compresi i fenomeni delle ‘battaglie prigioniere nel tempo’ che continuano a mandare elementi e dettagli del loro svolgersi per secoli: è successo per circa 400 anni per le Termopili (Pausania ne parla chiaramente ) e per molte battaglie del Medioevo, così come per lo sbarco in Normandia e quello di Anzio“. “Se alcune persone in gita di piacere si ritrovassero immerse più o meno chiaramente in brandelli di storia già vissuta – dice Radicchi – la paura dei ‘malcapitati’ in tal caso sarebbe immediata ma fuori misura. Ne sanno qualcosa due signore inglesi che il 4 agosto 1951, mentre erano in vacanza a Dieppe, in Normandia, si trovarono dalle 4 alle 6:55 del mattino nel mezzo di un frastuono di cannonate di fucilerie varie e di sibili di bombardieri in picchiata“. Lo studioso cita poi un altro evento particolare. “Nel 1898 lo scrittore Morgan Robertson, nel suo romanzo ‘Futility’, racconta la storia di una nave carica di passeggeri, ritenuta inaffondabile, che si inabissa dopo lo scontro con un Iceberg. Leggendo la storia si rimane sorpresi: molti dettagli corrispondono con il disastro del Titanic, avvenuto 14 anni dopo. Troppi elementi -sottolinea Radicchi- per essere dovuti al puro caso“. E “molti altri esempio potrei fare” fondati sulla teoria del multidimensionalismo: “Siamo circondati da realtà non tutte percepibili dai nostri sensi tradizionali: dimensioni parallele, mondi sconosciuti alla logica. Viviamo in un mondo dove passato e futuro si fondono in una visione del presente continuo. Le cose che ci circondano in realtà sono nostre strutture multidimensionali, dimensioni energetiche presenti in ogni tempo ed in ogni luogo contemporaneamente in concordanza a quanto espresso anche dai trattati della fisica quantistica. Tutto questo….è il multidimensionalismo“. Negli atti ufficiali del processo Moro, ricorda Radicchi, “sono incluse le testimonianze delle persone che durante una seduta spiritica per cercare un ‘contatto’ con la mente dello statista rapito, dissero ‘Gradoli’. Qualcosa fu fatto in effetti: si circondò il paese Gradoli nel Viterbese, ma nessuno pensò, da quanto ci è dato sapere, di approfondire le ricerche a Roma, in Via Gradoli (https://www.coscienza.org/emozioni-oltre-la-dimensione-del-tempo/ ). Nel frattempo si è compreso inoltre che la presenza di persone sensibili, sensitivi o anche alcuni medium, aumenta le possibilità di ‘incontrare’ immagini improvvise di personaggi in azione vissute migliaia di anni fa. E non un caso che già da molti anni i sensitivi vengono utilizzati dal Pentagono ed anche dalle forze dell’ordine e dai servizi segreti per indagini su crimini difficili da risolvere con risultati più che soddisfacenti“.  Mauro Radicchi collabora da anni con l’Irc, l’Istituto di Ricerca sulla Coscienza/Multidimensionalismo, fondati da Umberto Di Grazia, sensitivo, ricercatore psichico che, oltre a studiare le multi dimensioni, da sempre ha portato avanti ricerche nell’archeologia (molto a tal proposito si può leggere nel sito www.coscienza.org.). Ma come è nato il suo libro sulla storia di Baldo Di Piero Bruni, meglio conosciuto come Baldaccio di Anghiari? “In seguito ad alcuni sopralluoghi di carattere psichico nel Castello di Sorci, dove Baldaccio dimorò con la sua giovane Sposa Annalena Malatesta e il loro figlio Galeotto, sono emersi dettagli – racconta Radicchi – che riguardano la parte archeologica del maniero. Abbiamo chiesto quindi le autorizzazioni ai proprietari (famiglia Primetto Barelli) perché ci ospitassero lì. Volevamo approfondire la cosa, ma nel corso delle visite con sessioni psichiche – ricostruisce Radicchi – nulla emerse che potesse far capo all’energia Baldaccio. Decisi così di mettere alla prova una seconda sensitiva. Si rivelò una scelta giusta“. “Improvvisamente avvenne il contatto con Baldaccio che – dice lo studioso – nel corso di svariate ‘indagini metafoniche’ (la metafonia è una tecnica impiegata per poter comunicare, tramite apparecchi audio-video, con persone che sono letteralmente aldilà del visibile e udibile nella realtà tridimensionale) si è via via raccontato a noi, lasciando emergere verità diverse da quelle riportate nei documenti storici su di lui e anche una diversa personalità, quella di un uomo severo ma ironico e a volte addirittura beffardo“. Tutto grazie alla presenza della medium scelta da Radicchi e all’uso delle sue apparecchiature fotografiche con le quali è riuscito persino a ricostruire il volto di Baldaccio, di sua moglie e di suo figlio (come si vede nel libro). Si tratta di tecnologie che “spaziano dalla foto e videocamera a infrarossi alla videocamera ad intensificazione fotonica, incluse foto e videocamera ad ultravioletto. Ultimamente – anticipa Radicchi – sto studiando anche il modo per cercare di utilizzare uno Spectroscope Cameras in queste situazioni di ricerca. Ovviamente – aggiunge – ogni singola Camera ha il suo Dvr (digital video recorder) e relativo monitor assegnati per registrare ed osservare in tempo reale“. Lo scopo è riuscire ad effettuare un test spettrale, vale a dire trattare l’immagine che emerge dallo scatto “con filtri specifici su spettri di colori e falsi colori o scala di grigi, su differenti strati di livelli (lettura termica, per definire zone calde e zone fredde), per poi estrapolare e definire eventuali soggetti o eventi dal rumore delle frequenze di fondo (spurie – disturbo – oggetti ed altro) per eliminare i livelli dello spettro visibile e fare emergere al meglio i livelli dello spettro dell’invisibile“. In sostanza l’intento è “portare al livello del visibile quello che i nostri occhi non vedono ed infine trattare l’immagine definita in tridimensionale, raffinando contorni e morfologia“. “Un lavoro – evidenzia Radicchi – lungo e complesso nel quale sono determinanti una lunga esperienza e un occhio allenato all’attenta osservazione. Purtroppo osservando una foto – spiega – ognuno di noi vede molte forme, volti e quant’altro, ma spesso non sono reali. Sono semplici giochi di forme dei pixel e ‘Pareidolie Visive’ ovvero ciò che sembra di vedere ma non è. Solo tramite test spettrali è poi possibile fare chiarezza“. E dopo Baldaccio? “In questo momento sto analizzando foto effettuate in una località archeologica sita in Francia (scattate da una equipe Francese dell’Università di Grenoble in fase di studio) ma non posso dare riferimenti di nomi e luoghi per il delicato lavoro.”

Condividi