Li separano 1.5 milioni di chilometri di buio eppure in questo ritratto d’autore in prospettiva appaiono vicine come non mai. Protagoniste dell’ultimo scatto realizzato dalla sonda spaziale Cassini – missione di esplorazione planetaria nata dalla collaborazione tra ASI, ESA e NASA in ricognizione attorno a Saturno dal 2004 – due tra le oltre 60 lune del gigante gassoso, Tethys e Hyperion.
L’immagine – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – è stata acquisita dall’esploratore robotico internazionale il 15 agosto scorso da una distanza di 1.2 milioni di chilometri dalla prima – la maggiore, nella foto a sinistra – e 1.7 milioni di chilometri dalla seconda. Dalle analisi condotte sulla base delle rispettive densità, risultano entrambe composte quasi interamente da ghiaccio d’acqua: Tethys, con i suoi 1.062 chilometri di diametro è il quinto in ordine di grandezza tra i satelliti naturali di cui è accessoriato il pianeta, solcato da profonde screpolature originate dall’impatto di meteoriti con la superficie. Tra queste, spicca la struttura nota come Ithaca Chasma che scava fino ad una profondità di 5 mila metri e interessa circa tre quarti del perimetro alieno.
Anche la compagna Hyperion – considerata la maggiore tra le lune saturniane dalla forma irregolare, con i suoi 270 chilometri di diametro – vanta simili ferite, ma le caratteristiche porose le conferiscono un aspetto simile a quello di una spugna mentre laforma irregolare ricorda quella di un tubero. La sonda Cassini, prodigio della tecnologia del secolo scorso, ha ancora 13 mesi di lavoro davanti a sé: lanciata nel 1997 per studiare il pianeta e il suo sistema, concluderà la sua vita operativa a settembre 2017 con un intrepido tuffo tra anelli.