Atlantide in Sardegna? “Non è una teoria nuova: fu lanciata molti anni fa da studiosi seri e diede origine a un confronto a livello mondiale, ma non trovò nessun tipo di riscontro. Quella della Sardegna è una ipotesi affascinante, ma non è comprovata da nessun elemento. Tutti i ricercatori continuano a convergere su una teoria, quella più solida e definitiva, cioè che Atlantide fosse compresa fra Santorini e Creta. Santorini, secondo questa tesi, è proprio ciò che resta del grande vulcano che con la sua eruzione provocò la distruzione totale di questo piccolo continente, che raggiunse un elevato stato di avanzamento e di civiltà“. Parola di Alessandro Cecchi Paone, giornalista, conduttore del Tg4, nonché divulgatore scientifico e culturale, che ha condotto trasmissioni di grande successo come ‘La Macchina del tempo’, in un’intervista a Laura Carcano di LaPresse.
L’ipotesi secondo cui la mitica Atlantide era in realtà la Sardegna, formulata dal giornalista Sergio Frau e riportata dal geologo e divulgatore scientifico Mario Tozzi in un articolo su La Stampa in cui spiega che oggi questa teoria è confortata da dati di aerofotogrammetria.
Quella di Atlantide è una storia che Cecchi Paone ha già raccontato in tv in passato nelle vesti di divulgatore scientifico, vesti che indosserà nuovamente tornando in televisione con ‘La Macchina del Tempo’, a novembre, su Mediaset. “Platone descrive il regno di Atlante nel Timeo e nel Crizia scrivendo di ‘un’isola grande più della Libya e dell’Asia’, potente, civile e sacra a Poseidon, dio del mare, e i cui abitanti erano “costruttori di torri”, Atlantide si trovava oltre le Colonne d’Ercole ed era già antica per gli antichi quando venne inabissata dall’ira degli dei, “9000 anni prima” del tempo in cui scriveva Platone. – si legge nell’articolo de La Stampa . E ancora: “Le fotografie aeree – prosegue l’articolo – rivelano che quasi tutti i nuraghi che si trovano a quote basse sono sommersi dal fango, spesso irriconoscibili a prima vista, compresa la grande reggia nuragica di Barumini, disseppellita da 12 metri di fango e portata alla luce dopo 14 anni di scavi. Mentre i nuraghi a quote più alte, sulle giare, sono intatti e fuori dal fango. Perché? Forse la causa sta nella fine di Atlantide: uno tsunami di proporzioni enormi avrebbe colpito la Sardegna. Non fu un maremoto qualsiasi, fu un megatsunami, con ondate alte centinaia di metri, eventualità oggi ritenuta possibile da molti studiosi“.
L’intervista di Laura Carcano (LaPresse) ad Alessandro Cecchi Paone.
Lei nelle sue trasmissioni ha già parlato di Atlantide.. che pista ha seguito?
Ne ho parlato nella ‘Macchina del Tempo’, scegliendo i migliori testi, esperti e riscontri: ho studiato questo argomento su cui ci sono tante tesi. Ci fu anche qualcuno pensò poi che l’Isola di Atlante fosse la Groenlandia o l’Islanda in periodi in cui con la glaciazione inversa non erano ghiacciate ma lussureggianti e vivibili. E nel programma ho trattato di tutte le possibilità fra cui quella, su cui quasi tutti convergono, di Atlantide come la civiltà che fu distrutta a Santorini dalla eruzione del vulcano e di cui restano tracce a Creta.
Cosa pensa della teoria di Atlantide in Sardegna, quali sono i punti deboli secondo lei?
Questa tesi si pone al livello delle teorie che sostengono che Atlantide era l’Islanda e la Groenlandia, mentre la collocazione a Sud della Grecia, a Santorini-Creta, è quella che gode dei maggiori favori non solo di archeologi, geologi e storici, ma anche di letterati. Studiando il Timeo di Platone emerge che ci sono molte indicazioni anche letterarie. L’ipotesi della Sardegna invece non ha traccia letteraria e archeologica di ciò che Atlantide doveva essere secondo Platone e Leonardo con i canali radiali e circolari. Nulla in Sardegna puo’ far pensare che quella terra bellissima sia stata sede di una grande civiltà di altissimo livello tecnologico artistico e architettonico come quella del regno di Atlante.
Ma Atlantide è solo un mito, frutto della fantasia o è plausibile che sia esistita?
Atlantide ha la stessa dignità di grandi miti fondanti del nostro immaginario collettivo, come il sacro Graal o l’Arca della Alleanza (il recipiente nel quale Israele aveva riposto le Tavole della Torà, dopo averle ricevute sul monte del Sinai, ndr): sono oggetti e luoghi la cui effettiva esistenza ormai è irrilevante. Sono talmente parte della nostra cultura, che il fatto che siano esistiti o non siano esistiti non è il punto vero della questione, è secondario. Archeologi, storici e letterati sono dell’idea che Atlantide sia esistita veramente e che si possa identificare in ciò che resta della antica civiltà minoica, l’ultimo stadio della antica civiltà atlantidea.
C’è chi però come il Cicap (ll Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze) si è occupato di verificare le tesi su Atlantide e sostiene che non era un luogo reale.
Con il Cicap c’è collaborazione da quando è nato: è importante la sua funzione nello spiegare le truffe che sono dietro a certe guarigioni miracolose e alle profezie di certe veggenti. Ma prendersela con le tesi su Atlantide forse non è così utile: è esistita una civiltà con le caratteristiche di Atlantide, ne ha parlato Platone che non è certo uno che ha raccontato storie e poi, oltre a lui, ci sono altre fonti. E non basta: Leonardo ha disegnato Milano sulla pianta di Atlantide. Non stiamo parlando dell’Araba Fenice. Nell’immaginario collettivo- ribadisco – Atlantide, come altre narrazioni, sono di fatto alla base del nostro mondo fantastico e culturale e quindi di fatto esistono.Perché questi grandi miti affascinano così tanto la gente? L’antropologia culturale ci insegna che i singoli e le comunità hanno bisogno di miti fondanti, in cui riconoscersi. Ci sono alcuni fatti e personaggi che al di là della loro esistenza pratica hanno assunto questo ruolo. Sempre nel mio programma ‘La macchina del tempo’ dimostrai in passato che il Sacro Graal non è il calice del Sangue di Cristo, ma è un elemento fondante alla base della nostra cultura. Come racconterebbe nuovamente la storia di Atlantide? In una chiave geologica. Pensiamo a Pangea. Si può partire dall’ Atlantide nell’immaginario collettivo vista come la terra madre da cui poi sono scaturite le altre terre. Cosa che peraltro ha un riscontro nella geologia, visto che i continenti oggi con i loro confini erano una unica terra originaria che poi con terremoti e tsunami si sono staccati attraverso una deriva, dando forma al mondo come è ora. Partendo dall’immaginario collettivo si può dire che una Atlantide della scienza esiste e si chiamava Pangea.