“E’ accaduto ieri pomeriggio al rione Cappuccini, dopo una lunga agonia durata circa sei ore, il decesso di un cane, un Bouledogue Français, lasciato su un balcone a serrande chiuse, quindi, senza alcuna possibilità di accedere all’interno dell’abitazione,” rende noto l’Associazione AIDAA, che è stata informata pochi minuti dopo la morte del cane, e, “non ha potuto far altro che allertare le forze dell’ordine ed il servizio pubblico veterinario per tutti gli accertamenti del caso.“
I testimoni che hanno contattato Antonella Brunetti – referente Nazionale AIDAA, raccontano degli ultimi istanti di vita dell’animale: “Ansimava, cercava di reggersi sulle zampe per poi perdere completamente il controllo motorio e le forze, i proprietari non erano in casa da mezzogiorno, e quei balconi, con il caldo di ieri, hanno creato una cappa di calore all’interno, è stata una morte atroce.”
“Nessun animale dovrebbe essere lasciato solo e senza possibilità alcuna di trovare riparo e ristoro – spiega in una nota l’Associazione – ancor peggio se l’animale in questione ha particolari esigenze di razza, come per i molossi che presentano difficoltà respiratorie, imputabili alla trachea stretta e patiscono il caldo più di altre razze e tendendo ad accumulare grandi quantità di calore corporeo ma, data la canna nasale molto corta che lo caratterizza, soffrono di problemi di respirazione soprattutto nei mesi più afosi.“
“Il cane, stando a quanto riportato dagli agenti di polizia municipale, durante il rilevamento delle sommarie informazioni, non era di giovane età – motivo per cui, afferma Brunetti – gli avrebbero dovuto garantire maggiori attenzioni e tutela, esattamente come avviene per bambini e anziani, o persone con particolari problematiche.“
“Il Ministero della Salute già dal 2008 si è impegnato anche mediante l’attività delle associazioni e i veterinari, nella diffusione della cultura del benessere animale e possesso responsabile come elemento essenziale per una corretta e rispettosa convivenza- ma c’è ancora molta strada da fare – continua Brunetti – ancora in pochi manifestano reale volontà e responsabilità ad informarsi, aggiungere un nuovo membro, di diversa specie, alla propria famiglia, significa conoscere obblighi normativi, etici e civili, ma soprattutto amore, pensiamo a quanto faremmo per un nostro figlio, o un nostro anziano genitore, e forse potremmo comprenderlo.“
La vicenda è già al vaglio della magistratura.