Chiarezza e trasparenza dei rapporti all’interno della filiera cerealicola. E’ quanto chiesto dal presidente della Confagricoltura siciliana, Ettore Pottino nel corso del primo incontro del tavolo di crisi per il grano duro voluto dall’assessore all’agricoltura, Antonello Cracolici.
“La mozione predisposta dall’assessore ed approvata dalla giunta regionale – ha sottolineato Pottino – tocca tutti i punti fondamentali alla base dell’attuale crisi che non è regionale bensì nazionale. Ma occorre andare oltre per non trovarci con i soliti e ormai noti problemi che si aggravano con il passare degli anni. Non ci può quindi essere una filiera cerealicola, nazionale o regionale, senza la partecipazione di tutti gli attori, industria agroalimentare in testa”.
Respinte poi al mittente tutte le accuse riguardanti la scarsa qualità del prodotto siciliano in termini di proteine. “Le proteine – ha precisato Pottino – non sono un sinonimo di qualità ma servono esclusivamente all’industria pastaia che con proteine più elevate non fa altro che accelerare i processi di lavorazione. MI chiedo – ha aggiunto il presidente della Confagricoltura siciliana – se non ci sia uno stretto collegamento tra l’aumento delle proteine della materia prima e l’insorgenza, tra la popolazione italiana, di intolleranze alimentari mai conosciute prima degli ultimi vent’anni”.
Sempre in tema di sicurezza alimentare il presidente Pottino ha ricordato come i tanto decantati grani canadesi, per arrivare alla giusta maturazione, debbano essere trattati con il glifosate, un prodotto altamente tossico che in Europa viene esclusivamente utilizzato per il pre-diserbo. “Anche se i residui di questo prodotto chimico sono al di sotto della soglia minima fissata dall’UE i consumatori devono essere messi nelle condizioni di conoscere, in etichetta, quanta di questa sostanza è realmente presente nel prodotto destinato al consumo umano. Sempre in tema di chiarezza è necessario spiegare all’intera platea dei consumatori, abbienti e meno, che la pasta confezionata e messa in commercio con la bandiera italiana non è detto che venga fatta con grano nazionale: per Confagricoltura Sicilia questo va superato in quanto non si può prescindere dall’origine nazionale della materia prima impiegata per poter attribuire al prodotto il made in Italy”.
Dato questo ampiamente comprovato dai dati forniti dal rappresentante nazionale dell’ITALMOPA, l’associazione che raggruppa le industrie molitorie, che ha confermato come il nostro Paese sia assolutamente deficitario a soddisfare le esigenze dell’industria alimentare. “Dietro questa carenza strutturale che mediamente è di un quinto (quattro milioni di tonnellate di grano prodotti in Italia a fronte di un’esigenza dell’industria di oltre 5 milioni di tonnellate) c’è stata sicuramente qualche speculazione di troppo – ha concluso Pottino – se è vero che tutto il grano nazionale di questa campagna, a causa del crollo dei prezzi, è rimasto invenduto e che invece i silos risultano essere tutti pieni”.