“Siamo particolarmente orgogliosi del risultato raggiunto, la documentazione del ritorno nelle coste siciliane di questo raro esemplare è stato infatti possibile anche grazie alle foto trappole che Rio Mare ha contribuito a installare nelle grotte delle isole Egadi, un’attività questa – spiega Luciano Pirovano, corporate social responsibility di Rio Mare – che rientra nel progetto più ampio realizzato insieme all’Area Marina Protetta e volto a salvaguardare la biodiversità e favorire una gestione sostenibile delle risorse naturali del territorio. L’iniziativa, una delle prime di questo genere realizzata da privati in Italia a sostegno di un’Area Marina Protetta, prevede in particolare il finanziamento di 3 progetti: la tutela della Posidonia oceanica, il “polmone verde” del Mediterraneo, grazie al posizionamento di 40 dissuasori volti ad inibire la pesca a strascico, salvaguardare le praterie di Posidonia oceanica e incrementare la fauna ittica sotto costa; la gestione dell’Osservatorio della Foca monaca nel Castello di Punta Troia a Marettimo per monitorare la presenza di questa specie, la più protetta al mondo, nell’arcipelago e la gestione del primo Centro di Recupero delle Tartarughe marine a Favignana per soccorrere e ricoverare esemplari feriti o in difficoltà che saranno ospitati in apposite vasche prima di essere curati e restituiti alla libertà al termine della convalescenza. Questa iniziativa è un esempio concreto dell’impegno di Rio Mare per la tutela dell’ambiente e la valorizzazione del territorio italiano. Rio Mare infatti, da anni è impegnata nella sostenibilità con il progetto di Responsabilità Sociale d’Impresa “Qualità Responsabile” i cui pilastri di azione sono: la pesca sostenibile, il rispetto dell’ambiente, il rispetto delle persone e la valorizzazione del territorio e la corretta alimentazione. Questa iniziativa mira valorizzare una delle risorse naturali più belle del nostro Paese, creando così valore condiviso per le comunità di questi territori e per l’Italia.”