Secondo i dati rilevati dall’Onu l’estrazione di materie prime dalla terra è triplicata negli ultimi 40 anni da 22 miliardi di tonnellate nel 1970 a 70 miliardi di tonnellate nel 2010 e se i consumi continueranno a crescere il prelievo di risorse naturali triplicherà ancora entro il 2050. La conseguenza più rilevante sarà l’intensificarsi dei cambiamenti climatici, dell’inquinamento, dei rifiuti, dell’erosione del suolo e dei bacini d’acqua. A lanciare l’allarme è il Programma ambientale dell’Onu (Unep) avvertendo che a questo “ritmo allarmante” di estrazione di materie prime – cioè se la fornitura di alloggi, trasporti, cibo, energia e acqua prosegue allo stesso modo – nel 2050 ci vorranno 180 miliardi di tonnellate di materiale ogni giorno per rispondere alla domanda dei 9 miliardi di abitanti del Pianeta. Questo dimostra che gli attuali “modelli prevalenti di produzione e consumo non sono sostenibili“. La soluzione, secondo l’Unep, e’ “disaccoppiare l’uso crescente delle materie prime dalla crescita economica” e saranno essenziali, tra l’altro, investimenti in ricerca e sviluppo, una migliore politica pubblica e finanziamenti.