Renzi-Piano: confronto sulla ricostruzione post-terremoto

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Il premier Matteo Renzi è stato a Genova nel workshop di Renzo Piano; un incontro programmato da tempo, fanno sapere fonti vicine al grande architetto e senatore a vita, in particolare dall’ultima volta che i due si erano incrociati al Senato.

Si è trattato di un confronto ad ampio spettro, relativo soprattutto al progetto “Casa Italia” , fra cui il nodo della ricostruzione post-terremoto in Centro Italia. Renzo Piano ha esposto il suo pensiero in un’intervista sul Corriere della Sera. “Un cantiere leggero che consenta di ricucire senza distruggere e di non allontanare le popolazioni dalle aree colpite. Si tratta di “abitazioni montate nella zona sismica, strutture temporanee, non definitive”, come le casette di legno montate a Onna, dopo il terremoto del 2009 che rase al suolo il paesino abruzzese.

RENZO PIANO“Non si deve allontanare la gente da dove ha vissuto” ma ” bisogna ricostruire tutto com’era e dov’era. Sradicare le persone dai loro luoghi è un atto crudele”. L’architetto genovese ha rilanciato le linee guida che da tempo sostiene sia per i centri storici, sia per le periferie: “Occorre togliere cemento e rammendare l’esistente” aggiungendo che nelle ricostruzioni bisogna “tenere conto del territorio in cui si interviene e procedere con raziocinio”. Non speculazioni astratte, ma soluzioni concrete: prospettate da un progettista che ha costruito edifici in alcune delle zone più sismiche del pianeta, dalla California al Giappone e che non si è mai chiuso nella torre d’avorio del suo studio, ma è andato a cercare sul campo le problematiche da affrontare.

RENZO PIANO 3Riguardo alla mancanza di risorse, il grande architetto afferma che le risorse ci sono eccome, essendo evidente che il Patto di Stabilità europeo consente flessibilità straordinarie per calamità atroci come il terremoto del 24 agosto, quando sono in ballo le vite umane e la sicurezza nazionale. Sul piano legislativo, propone l’ingresso permanente, nelle leggi del Paese, dell’obbligo di rendere antisismici gli edifici in cui viviamo, così come è obbligatorio per un’automobile avere i freni che funzionano. Chi ha subito un trauma terribile deve poter tornare a vivere dove è sempre stato:questo è ciò che sostiene Renzo Piano che, con le sue opere, ha cambiato il volto degli spazi metropolitani.

RENZO PIANO 2Tra le sue opere l’Auditorium di Roma, lo Stadio San Nicola di Bari, l’aeroporto di Osaka, NEMO –Museo della scienza e della tecnica ad Amsterdam, Designer Center della Mercedes Benz a Stoccarda, Aurora place a Sidney, sino al Muse, il nuovo Museo delle scienze di Trento, inaugurato a fine luglio, all’interno del quartiere ecosostenibile Le Albere, interamente progettato da Piano. Il primo passo, quello più immediato, sarà quello di togliere gli sfollati dalle tende poiché tutti sanno che, entro un mese, nelle zone colpite arriverà il freddo, la pioggia e, più avanti, anche la neve.

RENZO PIANO 4Entro qualche settimana bisognerà decidere se far arrivare i container nei paesi colpiti o trasferire la gente negli hotel e nei residence della zona. Nel frattempo verranno realizzati i Musp, i moduli di utilizzo provvisorio scolastico, che devono necessariamente essere pronti per l’inizio dell’anno scolastico. Ma per quanto tempo la gente dovrà stare nei container o negli alberghi? Non meno di tre mesi, forse quattro. E’ questo il tempo minimo che ci vuole per realizzare i Map, i moduli abitativi provvisori, vale a dire le casette in legno che sono state già utilizzate, ad esempio, ad Onna e negli altri paesi dell’aquilano dopo il terremoto del 6 aprile 2009.

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