“Le cure e l’assistenza ricevute da mia moglie all’ospedale Gemelli di Roma sono state eccellenti“. A sottolinearlo, in un intervento sul ‘Corriere della Sera, è il premio Nobel Amartya Sen, che racconta il malore e il ricovero della moglie, che si è sentita male nei giorni scorsi a Roma ed è stata operata d’urgenza, ed elogia il personale medico dell’ospedale: “Non si è certo rivelato inferiore anzi, è stato per molti versi superiore a quanto avremmo potuto aspettarci nei migliori ospedali privati di Boston“. L’economista e filosofo indiano parte da una premessa: “Il servizio sanitario è uno dei principali servizi pubblici, creato per assicurare a tutti una buona salute. Eppure le cure sanitarie pubbliche sono state bersaglio di moltissime critiche, e non pochi esperti insistono che il servizio sanitario, per essere efficiente ed efficace, debba essere amministrato attraverso i meccanismi del mercato“. In questo contesto, spiega, “vorrei presentare un’esperienza personale vissuta dalla mia famiglia nelle ultime due settimane, durante uno dei nostri tanti viaggi in Italia. Mia moglie si è improvvisamente sentita male e si è rivolta al Pronto Soccorso. Ricoverata al Gemelli di Roma, ha ricevuto immediatamente le cure professionali del caso e poiché i medici hanno deciso di sottoporla a intervento chirurgico di emergenza, questo è stato eseguito nel corso della notte (alle 4 del mattino, il chirurgo in persona mi ha rassicurato che il complesso intervento era andato a buon fine)“. “Il servizio sanitario offerto da questo ospedale convenzionato con il pubblico non si è certo rivelato inferiore, anzi, è stato per molti versi superiore, a quanto avremmo potuto aspettarci nei migliori ospedali privati di Boston, dove entrambi insegniamo“, commenta il premio Nobel, ricordando che “l’intervento è stato eseguito dal dottor Armando Antinori, un chirurgo di fama mondiale, che era di turno quella notte. Non esagero nell’affermare che un professionista medico del suo calibro non si sarebbe certamente trovato ad eseguire un intervento di emergenza di notte in un grande ospedale privato in nessuna parte del mondo“. “Certo, siamo stati anche fortunati – osserva Amartya Sen – ma è importante ribadire, nel contesto del dibattito pubblico oggi acceso in tutto il mondo, che l’eccellenza delle cure mediche e la massima responsabilità di gestione possono andare d’accordo anche nel servizio aperto a tutti. Nel nostro caso – precisa – le cure sono state pagate dall’assicurazione medica di Harvard, ma è fantastico pensare che tutti i cittadini di questo Paese hanno libero e gratuito accesso a cure mediche di altissimo livello, giorno e notte“. Il premio Nobel rivolge infine il suo saluto “a questa istituzione convenzionata con il pubblico che si prende cura dei malati in un modo che Agostino Gemelli avrebbe certamente apprezzato e applaudito“.