Risolto uno dei piu’ celebri ‘cold case’ scientifici: ad un secolo dalla sua morte, e’ stato identificato il responsabile di una delle piu’ grandi frodi scientifiche di tutti i tempi, quella del cranio di Piltdown presentato come l’anello mancante nella storia dell’evoluzione dalle scimmie all’uomo. Lo studio guidato dalla paleoantropologa Isabelle De Groote, dell’universita’ John Moores di Liverpool e pubblicato sulla rivista Royal Society Open Science, dimostra che l’autore della truffa fu il solo Charles Dawson, avvocato e appassionato di fossili, che creo’ il falso modificando ossa di scimmie e uomo. Nel 1912 in un piccolo villaggio britannico fece scalpore il ritrovamento di resti fossili che presentavano caratteristiche ibride tra gli uomini e le scimmie, esattamente come si riteneva all’epoca dovesse essere il tanto ricercato ‘anello mancante’ della storia evolutiva umana. Sin dall’inizio alcuni ricercatori dubitarono fortemente dell’originalita’ del ritrovamento ma l’attenzione per il fossile fu molto grande e dovettero passare molti decenni prima di arrivare alla definitiva conclusione che il ritrovamento fosse un falso. Si trattava infatti di un cranio umano ma con mandibola e denti di un orangutan abilmente modellati in laboratorio per risultare un antico fossile. Svelata la truffa rimaneva pero’ da capire chi e quante persone, al di la’ di Dawson, fossero state coinvolte. Sospettati ad aver partecipato furono in tanti, come Arthur Smith Woodward, il paleontologo che presento’ al pubblico il ritrovamento, e personaggi di vario tipo tra cui anche Sir Arthur Conan Doyle, il creatore delle avventure di Sherlock Holmes. Analizzando i resti con la Tac e’ pero’ emerso ora che le manipolazioni fatte sui resti sarebbero state tutte opera di una sola mano e secondo lo studio nessuno dei sospettati fu in realta’ mai a conoscenza del falso, la truffa fu interamente organizzata da Charles Dawson.