“E’ con indicibile emozione e, non nego, con infinita soddisfazione che, dopo sei lunghi mesi di attesa, posso finalmente condividere con tutti voi questa straordinaria scoperta scientifica, senz’altro storica, della quale sono coautore: la scoperta di ASASSN-15lh, una straordinaria esplosione stellare che – polverizzando ogni record precedente – s’impone alla scienza come la più luminosa supernova mai scoperta nella storia dell’uomo”. E’ quanto si legge sul profilo Facebook dell’astrofisico italiano Gianluca Masi, che ha contribuito all’eccezionale scoperta.
“Proprio in questo momento l’articolo che ne condivide le eccezionali caratteristiche con la comunità – scrive ancora Masi – viene diffuso attraverso la rivista “Science“, una delle più prestigiose riviste scientifiche del pianeta. ASASSN-15lh è davvero un astro strabiliante e immenso, sotto ogni aspetto: distante 3.8 miliardi di anni luce, ha raggiunto una luminosità di picco pari a 570 miliardi di stelle come il Sole, ovvero 20 volte l’emissione luminosa dell’intera nostra Galassia, la Via Lattea. La fenomenologia fisica che lo riguarda impone una revisione dei modelli solitamente impiegati per interpretare le supernovae ordinarie”.
“Per me è un privilegio irripetibile far parte del team – confessa l’astrofisico – di una scoperta di tale levatura scientifica e storica e figurare quale coautore di questo prestigioso articolo ; mi da una gioia infinita leggervi, accanto al mio nome, quello del Virtual Telescope Project (da me ideato e realizzato ormai dieci anni fa, senza alcun finanziamento, ma solo con il supporto di pochissimi che di tanto in tanto lo sostengono e che non smetterò mai di ringraziare, progetto che da tempo tutto il mondo conosce e ammira), quello della mia città di Ceccano e della Provincia di Frosinone. Ho preparato un dettagliato resoconto che descrive le eccezionali peculiarità di ASASSN-15lh – conclude Masi – vi invito a leggerlo, per restare anche voi incantati dinanzi alla bellezza, mai fine a se stessa, dell’Universo in cui viviamo”.
