La Sindrome dell’intestino irritabile, nota come SII o IBS (dall’inglese Irritable Bowel Syndrome), è una condizione molto comune e debilitante.
CAUSE: La Sindrome può essere dovuta ad un’alterazione dei nervi che controllano le contrazioni del muscolo o la sensibilità dell’intestino o all’aumento delle cellule enterocromaffini che producono 5HT (5-idrossi triptamina/serotonina), aumentando il rilascio di serotonina e proteasi che sono a loro volta responsabili della motilità dei plessi mioenterici. Tra le cause anche un aumento di progesterone che determina un rallentamento della normale motilità intestinale.
I sintomi sembrano aumentare durante il periodo mestruale e durante intensi periodi di stress. In molti soggetti la Sindrome è correlata ad un quadro psicologico ben preciso, colpendo persone con un profilo psichico caratteristico che va dal quadro dell’ossessivo, all’ipocondriaco, al fobico. Tra le cause: dieta non equilibrata e irregolare; gastroenteriti; uso scorretto di antibiotici che alterano la normale flora batterica intestinale; uso inappropriato di lassativi che possono causare irritazione della mucosa intestinale; intolleranze alimentari misconosciute.
SINTOMI: I sintomi caratteristici della sindrome dell’intestino irritabile sono: il dolore, più frequente nella fossa iliaca sinistra ma che si può localizzare in tutte le zone addominali. A volte esso può anche interessare le spalle o la regione lombare. Il sintomo, generalmente, non è molto intenso; non disturba il sonno, può seguire il pasto ed è alleviato o risolto con l’evacuazione di feci o gas; la stipsi può essere tale da consentire l’evacuazione solo dopo uso di lassativi o clisteri; la diarrea con numero variabile di scariche di feci di consistenza ridotta, raramente notturne ed accompagnate o meno da dolore addominale. Nell’intestino irritabile, generalmente, si alternano periodi di diarrea, di stipsi e di normalità nella evacuazione. Possono anche aversi: meteorismo con senso di gonfiore addominale, borborigmi, nausea; cefalea, facile senso di stanchezza, difficoltà alla concentrazione, palpitazione, dispnea, disuria.
DIAGNOSI: Per la diagnosi occorre una visita dal gastroenterologo che prescriverà specifici esami del sangue e, in base al singolo caso, ulteriori indagini (RX studio radiologico del digerente, clisma opaco a doppio contrasto, manometria anorettale, ecografia dell’addome). Occorre sempre eseguire una colonscopia che consente di vedere direttamente la mucosa e prelievi bioptici per l’esame istologico).
CURA: La Sindrome dell’intestino irritabile, a seconda dei casi, viene trattata con : antidiarroici, antispastici, procinetici, antidepressivi ed ansiolitici, psicoterapia e dieta. La dieta, in particolare, rappresenta un punto fondamentale nel trattamento dell’IBS.
Se il sintomo prevalente è la stipsi, è necessario aumentare le fibre ingerite con la dieta , bere almeno 1,5 litri di acqua al giorno, aumentare l’attività fisica e cercare di regolarizzare l’evacuazione, recandosi alla toilette anche in assenza di stimolo, ad orari precisi. Se il sintomo prevalente è il dolore, è utile ridurre l’ingestione di sostanze fermentanti tipo legumi, cavoli, cipolle, broccoli, spinaci, prugne, mele, ciliegie, banane, latte, panna, gelati, cibi molto grassi, fritti, cereali integrali. Il paziente dovrebbe imparare a riconoscere gli alimenti che scatenano o aggravano i sintomi in modo da evitarli o da ridurne l’introito.