I terremoti: definizione, storia e leggende

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I terremoti o sismi sono una serie di rapidi oscillazioni del terreno causate da una brusca liberazione di energia elastica da una zona del sottosuolo definito come ipocentro. Da esso si propagano in tutte le direzioni serie di onde elastiche dette onde sismiche.

Le vibrazioni del terreno causate da un terremoto sono distribuite in tempi successivi secondo tre principali modalità: 1) scossa principale e repliche; 2) precursori-scossa principale-repliche; 3) sciame di terremoti. La situazione reale, però, è piuttosto complessa per cui difficilmente si può classificare un evento tellurico seguendo uno schema così semplice. Ma come si misura la forza di un terremoto? Un terremoto genera onde di volume che vengono registrate da un sismografo, un insieme di dispositivi che registra in modo continuo il moto del suolo rispetto ad un sistema di riferimento inerziale. Si tratta del principale componente di una stazione sismica, che consente di memorizzare le oscillazioni di un terremoto affinchè vengano poi analizzate dai sismologi.

Il primo vero sismografo moderno nacque in Italia nel 1856, ideato e costruito da Luigi Palmieri, docente all’Università di Napoli e allora direttore dell’Osservatorio Vesuviano; primo esempio dei cosiddetti “sismografi elettromagnetici”. Un altro importante sismografo risalente agli anni ’30 è il cosiddetto sismografo a torsione di Wood- Anderson, dal nome dei due scienziati che lo progettarono, Harry O. Wood and J.A. Anderson. Si tratta, essenzialment, di un pendolo a torsione: un sottile filo di metallo alla cui estremità è legata una piccola staffa o una placca metallica. Quando il suolo si muove sul piano orizzontale la placca metallica ruota, provocando la riflessione di un raggio luminoso su uno specchio. Questo raggio luminoso viene “catturato” e amplificato e dalla misura della sua ampiezza si deduce la magnitudo del terremoto.

TERREMOTO STORIA 2Con l’introduzione della tecnologia digitale, carta e pennino hanno lasciato il posto a sofisticati sensori e trasduttori di segnale, che sono, ad oggi, i principali componenti di un moderno sismografo. I terremoti sono tra i più potenti ed affascinanti fenomeni naturali. Quando si verifica un terremoto, tra la gente, oltre alla paura e all’ansia, riaffiorano antiche superstizioni, retaggio di lontane credenze, nate dalla necessità di trovare un colpevole e di personificare una forza senza volto né nome. Tante le leggende. Una delle più suggestive ha per protagonista l’irascibile e vendicativo dio Poseidone che col suo tridente scuoteva i monti e le valli del Peloponneso, facendo tremare le città dei Troiani e terrorizzando gli Achei. Persino il signore dell’Ade saltò dal suo trono in preda al terrore, temendo che la furia di Poseidone aprisse la terra fino al suo regno, mostrando agli uomini le sue stanze piene di orrore.

TERREMOTOSe gli antichi romani vedevano nei fenomeni sismici una sorta di viatico tra mondo divino e umano, in India, i Bramini raccontano che la causa dei terremoti è da attribuire alla stanchezza di uno dei sette serpenti incaricati dal dio Visnù di sostenere la terra. Nell’intento di scaricare il gravoso fardello sulle spalle del vicino, il serpente provoca sconvenienti movimenti della crosta. Secondo alcuni popoli dell’Asia centrale, i sismi sono prodotti da un’enorme rana che vive nelle profondità del nostro pianeta e che ogni tanto si scuote. Nella mitologia dei tartari del Caucaso i terremoti sono generati invece da un toro gigantesco che porta la Terra sulle corna: ogni volta che l’animale agita violentemente la testa, il mondo trema. Anche i giapponesi hanno personificato i terremoti: orribili esseri dal corpo di uomo e la testa di pesce-gatto. Nel tempio di Kashina è rappresentata una divinità celeste che ordina al dio Daimyojin di conficcare, a colpi di martello, un cuneo di legno nella testa di un tale mostro, chiamato anche nanazu, meritevole di punizione perché ha provocato il terremoto di Edo, l’attuale Tokyo, causando distruzione e morte.

TERREMOTO STORIADurante la cerimonia, gli altri nanazu che assistono alla scena rappresentano altrettanti terremoti storici giapponesi: Kwanto, Osaka, Koshu, Echigo, Odawara e Sado. Il guaio, con queste terribili creature, è che, appena l’attenzione del Daimyojin viene meno, tornano a muoversi, provocando ancora terremoti. Anche gli indiani Tzotzil del Messico meridionale non sono da meno per fantasia. Secondo loro un insolente giaguaro cerca sollievo ai suoi pruriti, strofinandosi proprio contro i pilastri della Terra, provocando i terremoti. I Manichei credevano che essa fosse retta sulle spalle del gigante Homophoros, e che tremasse quando combatteva col gigante Splenditenens. Ma senza dubbio una visione alquanto “ poetica “ del fenomeno ci viene data dai Wanyamwasi secondo i quali la terra era un disco sorretto da un lato dal monte Logyia e dall’altro dal gigante Nyamu Titinwa. La moglie del gigante, Fumyolo, sosteneva il cielo. La terra tremava quando Nyamu accarezzava il cielo.

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