Non è una novità l’uso di satelliti per il telerilevamento in casi di calamità naturali o altre emergenze. Lo testimonia, purtroppo, quanto accaduto recentemente in Italia: le agenzie spaziali da ogni parte del mondo, a partire ovviamente da quella italiana, hanno messo a disposizione le proprie strutture satellitari o i propri centri di elaborazione dati per fornire agli operatori dell’emergenza il maggior numero di informazioni utili ad un intervento più sollecito ed efficace.
È chiaro che la prevenzione è la prima forma di tutela, spiega l’Agenzia Spaziale Italiana. In primo luogo attraverso un’edilizia antisismica, ma questo può avvenire prevalentemente per le nuove costruzioni, meno per quelle di più antica data. Altra ipotesi è lo studio scientifico che, attraverso gli stessi satelliti, si può fare dei segnali antecedenti ad un effetto catastrofico, come ipotizza uno studio italo-cinese.
In questa sollecita attività di solidarietà “satellitare” segnaliamo la messa a disposizione da parte dell’Agenzia Spaziale Europea delle immagini raccolte (in basso, un esempio dell’area ripresa con il satellite europeo) con il sistema satellitare Copernicus, o almeno di quella parte di satelliti oggi già in orbita e ai quali l’Italia contribuisce in maniera significativa.
E a testimoniare che lo spazio non ha confini si ricordino le immagini raccolte con il satellite ALOS dell’agenzia giapponese JAXA operante in banda L-SAR, che con i suoi dati ha permesso a ricercatori CNR e INGV di individure la faglia sorgente del sisma di Amatrice analizzando i movimenti permanenti del terreno.