Terremoti: qual è il “segreto” dell’edilizia antisismica giapponese?

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In Giappone si verificano ogni anno il 20% delle scosse di terremoto mondiali superiori o pari a magnitudo 6 e una media di 300 sismi al giorno: per tale motivo il Paese si è dotato di una delle normative edilizie più all’avanguardia sulle costruzioni capaci di resistere agli eventi tellurici più intensi. L’obiettivo è che almeno il 90% delle abitazioni possano assorbire le scosse più forti, tramite incentivi fiscali per le ristrutturazioni e altre misure. Al momento, gli edifici a norma raggiungono l’80%.

Qual è il “segreto” dell’edilizia antisismica giapponese? Il cemento armato “flessibile” in grado di assorbire torsioni e spinte, elemento che sta modificando l’aspetto della capitale, con palazzi sempre più alti. Le tecniche prevedono veri e propri carrelli sotto le fondamenta che neutralizzano le scosse. I grandi edifici di Tokyo, ad esempio, hanno uno scheletro fatto di acciaio temperato flessibile e leggero caratterizzato anche dal’uso di laterizi ridotti al minimo. Gli edifici non sono attaccati gli uni agli altri, sia perché i lotti dei terreni sono venduti singolarmente e le case costruite e demolite di solito ogni 40 anni, sia per motivi di sicurezza: molte case in legno sono costruite con scheletri molto robusti e flessibili. La distanza minima tra gli edifici è di 50 centimetri, anche per diminuire i rischi di incendi a catena che spesso purtroppo seguono i terremoti. Quando si verificano forti sismi, l’erogazione del gas e delle altre utenze viene bloccata in automatico.

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