Terremoto Arquata: solo i vigili del fuoco nella “città fantasma”

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Ai piedi dell’antico castello un campo-base attrezzato con tendopoli già in funzione ed altre da allestire. In cima alla rocca, per le vie del centro storico, solo un silenzio spettrale interrotto qua e là dal rumore dei calcinacci che cadono dai tetti e dai balconi: per i vicoli di Arquata del Tronto, storico borgo reso ormai una città fantasma dalla furia del terremoto, si aggirano solo vigili del fuoco.
Fino a questa mattina la priorità assoluta era la ricerca dei dispersi: altri due cadaveri, un uomo e la sua anziana madre sono stati individuati ed estratti dalle macerie di una delle tante abitazioni rase al suolo dal sisma.
Conclusa ormai la fase della ricerca dei superstiti e dell’individuazione dei dispersi -dice all’Adnkronos l’ispettore dei vigili del fuoco Mauro Bedini, del comando di Ancora- possiamo iniziare le operazioni di recupero dei beni essenziali a beneficio delle famiglie che hanno dovuto lasciare le loro case in conseguenza del sisma e che ora hanno difficoltà a tornare nelle abitazioni a causa dell’elevatissimo rischio di crolli”. Tra le altre attività in corso, la verifica della stabilità di case, strade, muri perimetrali e bastioni di contenimento.
Ai piedi della rocca, don Luis Cangonga, sacerdote di origine congolese da 5 anni parroco ad Arquata, ha il suo bel da fare per cercare di confortare psicologicamente gli abitanti del centro sabino ospitati temporaneamente nelle tendopoli.
Non è facile -confida don Luis- perché per la verità sono ancora molto scioccato anch’io. L’altra notte ho fatto appena in tempo a salvarmi ma la mia canonica non c’è più, la chiesa è stata fortemente danneggiata. Ora mi dà ospitalità un amico sacerdote della parrocchia di Paliari ed ogni giorno verrò qua per stare vicino ai miei parrocchiani. La situazione è drammatica, in questo momento così difficile voglio essere insieme a loro”. (AdnKronos – dall’inviato Marco Mazzù)

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