“Siamo gente di montagna, e la montagna non molla mai”. Il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, parla così della forza con cui lui e i suoi concittadini stanno affrontando la tragedia che è piombata sul loro paese alle 3.36 di ieri notte. ‘Gente di montagna’ per dire che ad Amatrice sono abituati a essere forti, a resistere al freddo, alle difficoltà. Una metafora dell’atteggiamento di chi non molla, non cede alla paura, non concede niente alla fatica, e continua a sperare. Un atteggiamento che ben comprende chi, come l’alpinista ed esploratore Reinhold Messner, della montagna ha fatto la propria vita. E che oggi però, di fronte al coraggio degli abitanti di Amatrice e degli altri paesi coinvolti dal sisma, non riesce a trattenere la rabbia per quello che è capitato: “Rabbia e pena, perché nessuno si è scomodato a pensare che un terremoto poteva radere al suolo un intero paese”, dice ad Antonella Scutiero per LaPresse.
D: Messner, cosa significa essere ‘gente di montagna’?
R: La gente di montagna non molla mai, ma vedendo il crollo delle case, vedendo anche la povertà con cui queste case sono state costruite, provo tanta rabbia. Perché lo Stato non ha investito sulla sicurezza, nessuno mai ha pensato di fare le case antisismiche in una zona in cui si sa che ci sono i terremoti. E’ gravissimo. E la gente mi fa una pena senza confini perché è stata lasciata in questa situazione.
D: Il sindaco di Amatrice ha evidenziato il coraggio con cui tutti stanno reagendo.
R: Loro devono non crollare, devono sostenere e reagire a questa tragedia. Ma non riesco a non pensare che non c’è giustizia in quanto accaduto.
D: In che senso?
R: Questa tragedia è successa perché le case non erano costruite come dovevano. E questa è una colpa. La natura è severa, la natura c’è e distrugge. Ma noi possiamo fare in modo che non ci siano conseguenze così devastanti.
D: Purtroppo non è stato così.
R: E’ come in Nepal dove sono crollate diecimila case.
D: Eppure non mancano, purtroppo, esempi di altre tragedie.
R: Appunto, speriamo che adesso finalmente lo Stato si renda conto del pericolo, perché il Terremoto ritornerà, purtroppo, Lo Stato aiuti a costruire le case in modo che possano resistere alle scosse, in modo che la paura diminuisca.
D: Intanto c’è da evidenziare tanta solidarietà da tutta Italia.
R: Io sono qui a casa che guardo quanto succede, non ho le competenze per andare sul posto, ma so che tanti soccorsi sono partiti. Tutta l’Italia aiuterà. Ma adesso veramente serve un’organizzazione che aiuti a costruire in modo giusto che in futuro questa paura, questo dolore non torni più. La gente di montagna è forte, ma non va lasciata sola.