Terremoto, Renzi: no alle polemiche, “oggi è il giorno delle lacrime, da domani la ricostruzione” [GALLERY]

  • LaPresse/Palazzo Chigi/Tiberio Barchielli
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“Oggi è il giorno delle lacrime” per un terremoto devastante che ha comportato un tributo di 120 vite umane, bilancio peraltro “destinato ad aumentare”. Per questo motivo, a giudizio del presidente del Consiglio Matteo Renzi, non è opportuno “aprire una discussione polemica di fronte a un sisma 6.0” che ha devastato intere aree della Sabina, delle Marche e dell’Umbria. Il premier non lascia passare un giorno per manifestare la propria solidarietà e vicinanza alle popolazioni colpite dalla scossa tellurica di questa notte. Si reca dapprima ad Amatrice, insieme ad Accumoli e a Pescara del Tronto, il centro più colpito dalla devastazione del sisma, per parlare con la gente e complimentarsi con i soccorritori. E successivamente, dopo un vertice tecnico presieduto nella Prefettura di Rieti, inizia proprio elogiando “la colonna mobile delle istituzioni e la colonna mobile dei volontari” che hanno saputo garantire le operazioni di soccorso alla popolazione colpita. Nel “momento piu’ atroce”, l’Italia “si stringe in un abbraccio forte” a chi in conseguenza del terremoto ha perso gli affetti più cari e i propri beni primari. Da domani, assicura, inizia la fase della ricostruzione, “un tema sul quale si misura la credibilità e l’onore” del nostro Paese. Sarà “ricostruzione vera”, garantisce, anche perché “un passato così glorioso” dei borghi storici medievali colpiti dal sisma “non può finire”. Alla ricostruzione, garantisce, bisognerà dare “certezze sui tempi” e già domani in Consiglio dei ministri “saranno prese le prime misure”, e sarà proclamato lo stato d’emergenza per le zone colpite. “Manterremo la determinazione mostrata in altri territori, come in Emilia Romagna”, anch’essa colpita negli anni scorsi da un forte sisma e come in Abruzzo, dove “ora c’è stata un’accelerazione dopo che si erano persi alcuni anni”. Quella di oggi “è la prima di una serie di visite del governo in questi territori”. E’ il modo scelto da Renzi per dire alle popolazioni che oggi lamentano lutti e danni che il Paese non si dimenticherà di loro.

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