Norcia è rimasta in piedi sebbene molto edifici siano inagibili, ma senza vittime. “Siamo stati fortunati” dice il sindaco Nicola Alemanno e tiene a non fare polemica alcuna con Amatrice, ma racconta gli interventi di consolidamento degli ultimi trent’anni nella cittadina umbra. “Io non conosco la situazione ad Amatrice, ho sentito il mio collega sindaco anche ieri sera, credete, lo ho in mezzo al cuore; noi abbiamo la netta consapevolezza di essere molto fortunati. Certo, in qualche modo abbiamo anche fatto sì di aiutare questa fortuna; ci siamo aiutati e Dio poi evidentemente ha fatto il resto” ha detto Alemanno. “Un edificio antisismico non è un edificio che in caso di sisma non subisce danni; è un edificio che si danneggia, anche pesantemente, ma non cade sopra la testa delle persone che ci sono dentro. A Norcia questo processo è iniziato nel lontano 1979, in alcuni casi anche nel 74. Ma il terremoto del 1979 è stata il primo evento sismico che ha avuto una specie di rilevanza nazionale. In quell’occasione abbiamo cominciato a ricostruire secondo le norme antisismiche della legge 64 del 1974. Norme molto semplici, che prevedono di non sovrappesantire le strutture con tetti pesanti, ma utilizzare solai in legno; degli orizzontamenti piani legati con dei cordoli in calcestruzzo; delle ricuciture delle murature attraverso tecniche di cuci e scuci; iniezioni di cemento, reti elettrosaldate. Quindi qui i soldi pubblici e i soldi privati sono stati spesi molto bene”.
Terremoto: a Norcia non ci sono morti ma tanta paura e case inagibili
Non solo Amatrice, Accumoli, Pescara del Tronto e Arquata. Il terribile sisma che nella notte tra il 23 e il 24 agosto ha colpito l’Italia Centrale, è arrivato anche a Norcia, in Umbria, dove la terra continua a tremare. Ma mentre nel reatino e nella provincia di Ascoli Piceno si contano i morti rimasti sotto le macerie, nella cittadina umbra non ci sono state vittime. Secondo il sindaco, Nicola Alemanno, la ricostruzione è cominciata fin dagli anni Settanta. “Qui i soldi pubblici e privati sono stati spesi molto bene. È più un problema culturale che politica. Qui da molti anni facciamo cultura di prevenzione”. Poco clamore mediatico su Norcia dunque, ma la gente lancia l’allarme: non lasciateci soli, perchè anche noi siamo costretti a vivere nelle tendopoli, e le nostre case sono inagibili. Il centro storico si presenta deserto: poche persone passeggiano per la vie che collegano le due porte intorno alle cinte murarie. Alcune case hanno ‘tenuto’ alle scosse del 24 agosto: sono quelle ricostruite dopo il terremoto del 79. Ma altre abitazioni sono un cumulo di macerie. Tutte le chiese sono chiuse, moltissime case sono inagibili in attesa di verifiche, gli sfollati sono 700 divisi in due tendopoli. Qui siamo nella casa di Alessandra, ricostruita dopo il sisma del 79. Tuttavia i vestiti e le valigie sono pronte nel caso di altre scosse, per una uscita veloce dalla abitazione. “Non ci viviamo dentro perchè abbiamo paura, abbiamo due bambini e vogliamo muoverci velocemente. Ma ci sono altre case che sono state lesionate, non crollate, ma fortemente danneggiate”. Poco a fianco, nella stessa struttura, ecco cosa rimane di una parte di casa costruita prima del 1979. Alessandro è proprietario della Norcineria Brancaleone, su Via Roma. La sua casa ha retto alla botta del sisma. “Ci sono stabili sicuri, hanno fatto le abitazioni molto sicure, tante case vecchie sono dal 1979”. Tuttavia, ci sono case completamente distrutte. Come questa di Katia Dell’Orso: “Si dice che a Norcia non sono successe grandi cose perchè magari non è caduto il tetto sopra nessuno ma come vedete ci sono persone rimaste senza casa. Abbiamo bisogno anche noi di essere ascoltate”. Danni sì, ma niente vittime, ricorda il sindaco. “Un edificio antisismico si può danneggiare anche pesantemente ma non cade sopra le persone. Siamo stati molto fortunati. Certo abbiamo anche fatto si di aver aiutato questa fortuna”.
Terremoto, una sopravvissuta a Norcia: “viva per miracolo, non lasciateci soli”
E’ viva per miracolo. Pochi minuti ancora e sarebbe rimasta seppellita sotto le macerie. Lucilla Carucci è stata salvata grazie a suo fratello Andrea che è riuscita a tirarla fuori dalla stanza crollata dopo il terribile sisma che ha messo in ginocchio l’Italia centrale. Qui siamo a Norcia. Lucilla è titolare, insieme alla sua famiglia, di una azienda agricola. La notte del 24 agosto era nella sua stanza, al secondo piano. Ci racconta cosa è successo: “Ho sentito un boato e d’istinto mi sono coperta e mi sono rannicchiata. Sono rimasta immobilizzata e facevo fatica a respirare. Ho chiamato i miei familiari. È passato un quarto d’ora. Sono salva per miracolo”. Lucilla ha ora una gamba fasciata, la sua casa è completamente distrutta. Anche i capannoni dove sono alloggiati i cavalli e gli animali sono venuti giù. E l’attività è in forte pericolo. Dalla donna una forte critica al sindaco di Norcia che ritiene che la città non abbia subito grossi danni: “E’ una cosa vergognosa che in un posto dichiaratamente sismico ci sia questa disorganizzazione nel gestire le emergenze”. “Per me è una cosa inumana che nessuno sia venuto a trovarmi e a vedere cosa c’è successo. Nè per una visita, nè per una parola di conforto”.