Resi noti oggi, inoltre, i dati relativi al progetto 4KEco, l’iniziativa messa a punto dall’organizzazione 4K Alpine Endurance Trail Valle d’Aosta in collaborazione con AICA – Associazione Internazionale per la Comunicazione Ambientale, con il Patrocinio morale del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare rappresentato dal Sottosegretario all’Ambiente, on. Barbara Degani, presente alla partenza degli atleti da Cogne lo scorso sabato 3 settembre.
Con l’83% di raccolta differenziata – oltre tremila chili di rifiuti raccolti lungo l’intero tracciato del 4K Alpine Endurance Trail Valle d’Aosta, in tutte le basi-vita, i rifugi, i punti ristoro, il progetto segna dunque un importante traguardo non solo per la parte agonistica, ma anche dal punto di vista della sostenibilità della gara.
In particolare, grazie al progetto 4Keco, sono state intercettate e avviate al riciclo, secondo le filiere attive in Regione Valle d’Aosta, le seguenti tipologie di rifiuti differenziabili:
– Organico (incluse le stoviglie compostabili): 1.051,5 kg (34% del totale)
– Multimateriale (imballaggi in plastica e metalli): 686,8 kg (22%)
– Carta e confezioni Tetra Pak: 634,6 kg (20%)
– Vetro: 174,7 kg (6%)
– Pile e batterie: 14,3 kg (0,5%)
A fronte di un totale di 2.562 chilogrammi di materiali riciclabili, la frazione indifferenziata avviata allo smaltimento è stata pari a 542 kg (il 17% del totale), inclusi i rifiuti sanitari prodotti dai numerosi presidi medico-infermieristici presenti lungo il tracciato di gara e smaltiti secondo la normativa.
Il progetto ha coinvolto oltre 70 eco-volontari, appositamente reclutati e formati per seguire le attività in ambito ambientale, che sono stati impegnati complessivamente per circa 4.000 ore di monitoraggio attivo.
Il presidio da parte dei volontari ha riguardato tutte le basi-vita (Cogne, Valgrisenche, Courmayeur, Ollomont, Valtournenche, Gressoney e Donnas); i “base camp” di Saint-Rhemy en Bosses, Oyace, Champoluc-Ayas e Chardonney; più di 30 tra rifugi, bivacchi e punti-ristoro food&beverage e un servizio “scopa” su molti colli e nei principali punti di passaggio, attraversamento e frequentazione da parte degli spettatori.
Tra le basi-vita, la più virtuosa è risultata quella di Valgrisenche, con oltre il 91% di raccolta differenziata. Questo il dato scorporato:
Posizione | Base Vita | % RD |
1 | Valgrisenche | 91,3% |
2 | Courmayeur | 89,0% |
3 | Cogne | 86,4% |
4 | Ollomont | 83,0% |
5 | Gressoney | 81,4% |
6 | Donnas | 81,3% |
7 | Valtournenche | 68,4% |
«L’aspetto ecologico è stato centrale per il 4K fin dalla sua ideazione: ogni aspetto organizzativo, a partire dalle forniture, è stato valutato anche sulla base dell’impatto ambientale, così come il regolamento della corsa è stato studiato per essere particolarmente attento a eliminare ogni traccia del passaggio degli atleti dall’habitat alpino –commenta Gabriele Accornero, Direttore Organizzazione 4K Endurance Trail Valle d’Aosta-. Siamo molto orgogliosi del risultato ottenuto in questa prima edizione, grazie all’impegno di tutti, a partire dagli oltre 1.500 volontari che hanno preso parte alla manifestazione. La gestione sostenibile della corsa, a partire dai rifiuti, è una sfida difficile: i dati testimoniano come siamo partiti molto bene, per quanto ci siano ancora margini di miglioramento».
Al 4K ha anche preso parte un Team di tre atleti che correvano come testimonial ambientali: Oliviero Alotto, Roberto Cavallo e Roberto Menicucci, tutti e tre risultati finisher al traguardo posto al cospetto del Gran Paradiso, dopo 350 chilometri di corsa e 25.000 metri di dislivello positivo.
«Abbiamo assistito a una manifestazione in cui l’aspetto ambientale è stato indissolubilmente legato all’evento sportivo, con la partecipazione attiva da parte di tutti i soggetti interessati: noi atleti e i nostri accompagnatori, tutta l’organizzazione con i numerosissimi volontari, fino agli spettatori – commenta Roberto Cavallo, che è anche presidente di AICA nonché esperto di rifiuti a livello europeo- Possiamo pertanto affermare che “il trail più duro al mondo” è risultato essere anche il più “sostenibile”».
Il progetto è stato reso possibile grazie anche alla collaborazione dei Consorzi nazionali CiAl (alluminio) e Ricrea (acciaio); Tetra Pak Italia; Virosac (sacchetti), MaterBi (sacchetti e stoviglie biodegradabili); Valeco e le ditte De Vizia e Quendoz, oltre alla Cooperativa ERICA.