Più di 54 milioni di persone al mondo soffrono di angina pectoris, una sindrome dolorosa, talora di difficile valutazione, determinata dalla temporanea e transitoria diminuzione dell’apporto di ossigeno al muscolo cardiaco.
Sebbene l’angina pectoris fosse già nota già al tempo degli Egizi, nel mondo scientifico si dà merito a William Heberden nel 1768, l’utilizzo, per primo, del termine angina. La parola “angere“ in latino significa strangolare, il suo equivalente greco significa stringere, soffocare. Ed in effetti Heberden così descrisse nelle Memorie Mediche Londinesi, il fenomeno da lui osservato: “Vi è un disturbo del petto, caratterizzato da sintomi molto particolari, che comporta uno speciale pericolo. La sua sede, il suo carattere di strangolamento costrittivo e l’ansietà a cui si accompagna meritano di chiamarla angina pectoris”.
CAUSE: Le cause di insorgenza dell’angina pectoris sono riconducibili soprattutto stenosi transitoria dovuta alla presenza di placche aterosclerotiche, spasmo coronarico transitorio che riduce il lume vasale in arterie sane (spasmo in assenza di stenosi), per alterazioni dei normali meccanismi di vasocostrizione e vasodilatazione. All’origine dell’angina vi possono inoltre essere patologie differenti come una grave anemia, tachicardia, crisi ipertensiva, patologie del cuore (miocardiopatia ipertrofica), patologie delle valvole cardiache (stenosi mitralica). L’attacco anginoso può insorgere anche a riposo ma in genere si manifesta nelle situazioni in cui le richieste di ossigeno da parte del miocardio aumentano: sforzi fisici, stress, colpo di freddo, spavento, collera, intense emozioni, rapporto sessuale, pasti pesanti, combinazioni di questi fattori.
FATTORI DI RISCHIO: Tanti i fattori di rischio dell’angina pectoris: fumo, familiarità (predisposizione genetica), ipertensione arteriosa, dislipidemia, diabete mellito, radioterapia al torace, ipercolesterolemia. SINTOMI: Tra i sintomi dell’angina pectoris: forti dolori al petto o una sensazione di pressione… dolore che può diffondersi alle braccia, al collo, alla schiena ed alla mandibola. Alcune persone manifestano sintomi da indigestione e nausea; altre avvertono una sensazione di pesantezza o irrigidimento alle braccia, ai gomiti e ai polsi, principalmente al lato sinistro del corpo, affaticamento e mancanza di respiro.
DIAGNOSI: Nel caso in cui si verifichi un episodio sospetto di angina pectoris, il medico valuterà se occorre effettuare: elettrocardiogramma (ECG), test da sforzo, scintigrafia miocardica, ecocardiogramma, coronografia o angiografia coronarica, TC cuore o tomografia computerizzata (TC), risonanza Magnetica Nucleare (RMN).
CURA: I pazienti anginosi con farmaci che dilatano i vasi sanguigni (betabloccanti, nitrati, calcioantagonisti) o riducono la viscosità del sangue (antiaggreganti). Le compresse di nitroglicerina rappresentano il trattamento standard per gli attacchi di angina. Nei casi più gravi, si eseguono interventi chirurgici (by pass, angioplastica).
PREVENZIONE: Per prevenire l’angina pectoris occorre praticare un esercizio fisico regolare ed aerobico che aiuta a raggiungere e mantenere un peso adeguato, evitando un aumento del colesterolo e della pressione arteriosa; ridurre l’assunzione di cibi contenenti acidi grassi saturi, colesterolo e sodio, ridurre il peso corporeo in eccesso, controllare la pressione sanguigna, il colesterolo, le glicemie a digiuno e, qualora affetti da diabete mellito, fondamentale essere seguiti presso un centro diabetologico; gestire lo stress praticando, ad esempio, rilassamento muscolare e respirazione profonda.