Dopo le Marche, dove il Tar ha fermato la caccia alla moretta e la deroga allo storno, un’altra importante vittoria si è registrata in Abruzzo con lo stop della caccia a turdidi e alla beccaccia oltre il 31 dicembre. Un risultato importantissimo che sottolinea come in assenza di monitoraggi e di studi scientifici autorevoli valga il principio di precauzione per non arrecare ulteriori danni alla specie oggetto di prelievo. E’ quanto si legge in una nota di Enpa, l’Ente nazionale protezione animali. “Come ogni anno, i pareri del più autorevole istituto scientifico, l’Ispra, vengono disattesi: gli stessi organi politici della regione, non si sa in base a quale competenze, giudicano spesso sommariamente come non corrispondenti alla realtà tali studi, li contestano e si comportano proprio come se questi non esistessero“, commenta Enpa. “Inoltre – prosegue l’associazione – con arroganza, alcune regioni hanno persino impugnato la delibera del Ministero dell’Ambiente che imponeva lo stop alla caccia per tordo bottaccio, la cesena e la beccaccia a non oltre il 20 gennaio, in seguito ad una procedura PILOT inviata dall’Europa al nostro Paese“.
“La situazione dei calendari venatori è comunque pessima – fa sapere Enpa – Le Regioni infatti, ignorando volutamente sentenze della Corte Costituzionale, del Consiglio di Stato e dei TAR, nonché gli ultimatum dell’UE, continuano ad emanare leggi e delibere, convinte con grande arroganza di essere al di sopra della scienza e di ogni vincolo normativo. Tutto questo nel tentativo disperato di rilanciare il ‘settore caccia’, una attività in perenne declino e osteggiata notoriamente dai cittadini italiani. Enpa, da sempre, dice no alle politiche volute dai rappresentanti regionali contro la fauna selvatica, la biodiversità e le regole”.