Clima, Giuliacci: i bambini vanno educati alla meteorologia

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Fino a 30 anni fa non si parlava del cambiamento climatico come di un problema. I violenti nubifragi, ad esempio, erano l’eccezionalità e oggi sono la norma. Per questo è importante educare i più piccoli, ‘fare cultura’ in campo climatico e meteorologico, rendere i bambini consapevoli dei loro comportamenti“. Andrea Giuliacci, meteorologo del Centro Epson Meteo racconta a Elena Fois per LaPresse come e perché è nato MeteoHeroes, progetto crossmediale dedicato ai bambini tra i 4 e i 10 anni dedicato alla promozione di una cultura ambientale, rivolta in modo particolare alla conoscenza del cambiamento climatico e dei modi con cui ciascuno può contribuire a limitarne l’impatto sul nostro pianeta.

DOMANDA. Come è nata l’idea di MeteoHeroes?
RISPOSTA. I motivi sono semplici, ma importanti. Da tanti anni parliamo di cambiamento climatico e di quanto sia importante adottare comportamenti virtuosi, ma ci siamo resi contro che è necessario cominciare dai più piccoli affinché le nuove generazioni siano davvero consapevoli del problema. D. Manca davvero una reale coscienza del cambiamento climatico? R. E’ facile dire di consumare meno energia, di chiudere il rubinetto, di spegnere le luci, ma non è altrettanto facile correggere comportamenti radicati. Spesso si fa fatica a spiegare anche alle persone con una solida cultura gli aspetti più ‘semplici’ che stanno alla base della meteorologia e di altre materie scientifiche. Nel nostro Paese manca una certa formazione in campo scientifico.

D. Cos’è MeteoHeroes e come funziona?
R. E’ un app gratuita, disponibile in italiano e in inglese, sia per Android sia per iOS. Il giorno del lancio, il 29 agosto, è entrata nelle prime 100 app per le famiglie scaricate in tutto il mondo. E’ legata a una pagina Facebook – in italiano, in inglese e in lingua thai – e al sito meteoheroes.it aggiornato continuamente con contenuti educativi rivolti ai più piccoli. E’ necessario metterci al pari con gli altri Paesi e se le cose si apprendono da piccoli e più facile affrontare certi discorsi. I protagonisti dell’app sono sei ragazzini che scoprono di avere poteri speciali, essendo in grado di scatenare eventi atmosferici. Ma non sono supereroi e il messaggio è proprio questo: tutti possono fare qualcosa per cambiare.

D. I bambini si trovano al CEM, diretto dalla scienziata Margherita Rita. E’ un omaggio a Hack e a Rita Levi Montalcini?
R. Sì, abbiamo voluto rendere omaggio a due eccellenze italiane che hanno dato tanto alla scienza di tutto il mondo. Due grandi scienziate e due grandi donne.

D. Avete coinvolto le scuole e le istituzioni in questo progetto?
R. Certamente. Le singole scuole ci stanno contattando, ci sono numerose richieste di incontri e di lezioni con i nostri esperti. Inoltre, abbiamo avviato alcuni discorsi con le istituzioni, che hanno mostrato un notevole interesse per il progetto. Nei programmi scolastici il tema del Clima e dei grandi cambiamenti occupa poche pagine del libro di scienze e spesso viene affrontato alla fine dell’anno. Certo, non è possibile stravolgere i programmi, e per questo abbiamo deciso di dare una mano, sia attraverso MeteoHeroes, sia con incontri dedicati a tutti gli studenti delle scuole, dalle elementari alle superiori per spiegare cos’è il cambiamento climatico e offrire alle generazioni del futuro una consapevolezza nuova.

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