Una cometa potrebbe aver colpito la Terra 10 milioni di anni dopo la scomparsa dei dinosauri, dando il via alla fase di riscaldamento globale (denominata ‘Massimo termico del Paleocene-Eocene’) che ha innalzato le temperature di 5-8 gradi sconvolgendo gli ecosistemi e determinando grandi migrazioni animali. E’ quanto emerso da nuove analisi condotte su alcuni sedimenti prelevati al largo delle coste del New Jersey e presentate al congresso della Societa’ geologica americana da Morgan Schaller, geochimico del Rensselaer Polytechnic Institute di Troy, New York. L’ipotesi dell’impatto ha subito suscitato grande interesse, perche’ il Massimo termico del Paleocene-Eocene (Petm) viene studiato da anni come modello per affinare le previsioni sui moderni cambiamenti climatici. D’altra parte, pero’, le analisi dei sedimenti hanno diviso la comunita’ dei geologi, lasciando molti esperti perplessi riguardo all’interpretazione dei dati.
I sedimenti in questione risalgono a 56 milioni di anni fa e in passato sono stati oggetto di numerosi studi. Il gruppo di Schaller, pero’, e’ stato il primo a rivelare la presenza di microscopiche sfere vetrose scure, simili ai detriti che vengono prodotti quando asteroidi o comete impattano ad alta velocita’ sulla superficie terrestre. La composizione chimica di queste sferette sembrerebbe escludere l’origine vulcanica, ma non sembra neppure perfettamente compatibile con i detriti dell’impatto. Ipotesi, comunque, sempre più avvalorata dai ricercatori.