Un altro tassello si aggiunge alla guerra commerciale tra Stati Uniti ed Europa: il Wto, l’Organizzazione mondiale del commercio, ha condannato l’Unione europea per gli aiuti di stato ad Airbus. L’organizzazione di Ginevra ha definito “illegali” i sussidi concessi da diversi paesi membri dell’Ue al colosso aerospaziale europeo. Nel dettaglio ha condannato l’Ue, Germania, Francia e Spagna per i 22 miliardi di dollari che hanno concesso in 10 anni ad Airbus, riconoscendo che questi aiuti hanno generato un “danno reale e sostanziale” alla rivale Boeing. I sussidi riguardano i progetti A300, A310, A320, A330/A340, A330-200, A340-500/600 e A380. Gli Usa e Boeing esultano. “Questa decisione e’ una grande vittoria per gli Stati Uniti e i lavoratori americani dell’aerospazio”, afferma il rappresentante del Commercio Estero, Michael Froman, aggiungendo che “e’ troppo presto per quantificare i danni commerciali” causati dagli aiuti di stato. La compagnia aerospaziale statunitense Boeing invece e’ stata piu’ esplicita: ritiene che Washington potrebbe chiedere a l’Unione europea misure di ritorsione fino a 10 miliardi di dollari l’anno. “La decisione storica di oggi – afferma il ceo Dennis A. Muilenburg – chiama Ue e Airbus a rispondere della loro trasgressioni delle leggi globali sul commercio. Questa decisione, attesa da tempo, e’ una vittoria per un commercio mondiale giusto”.
E’ stata – e sara’ ancora – una lunga e senza esclusione di colpi la guerra che a partire dagli anni ’90 si e’ combattuta nei cieli di tutto il mondo tra i due colossi aeronautici che di fatto controllano il mercato: il consorzio europeo Airbus e la statunitense Boeing. Benche’ il parto dell’Europa abbia visto la luce solo nel 1970 a Tolosa ed il suo primo aereo sia stato consegnato 4 anni dopo, e la seconda, fondata nel 1916 a Seattle, abbia segnato al storia del volo, la lunga rincorsa degli europei ha segnato numerosi successi e ha tolto un’ampia fetta di mercato a Boeing che nel mentre nel 1997 aveva anche assorbito anche la storica McDonnel-Douglas. All’inizio la lotta fu impari: nel 1974 la Airbus (formata da Francia, Germania, Spagna e Regno Unito) riusci’ a sfornare solo 4 aerei di linea (gli A300 a medio raggio) mentre la Sola Boeing lo stesso anno produsse 190 aerei, tra cui 22 Jumbo, il B747. Da allora e’ iniziata la rincorsa: solo nel 1989 Airbus riusci’ a superare i 100 aerei, fermandosi a quota 105 con sole 3 versioni (A300, A310 e A320) ma la Boeing e’ ancora lontana.
A Seattle lo stesso anno escono dalle linee di montaggio ancora oltre il doppio degli aerei: 284 esemplari. Ma gia’ dieci anni dopo il consorzio europeo riusci’ quasi a triplicare la produzione toccando quota 294 aerei, ancora lontani dai 574 di Boeing ma di strada ne era stata fatta tanta. Dopo lo shock che l’intero settore del trasporto aereo subi’ con l’11 settembre del 2001 avvenne addirittura quello che fino a 30 anni prima sarebbe stata accolta come una barzelletta: il sorpasso degli europei sugli yankee.
L’anno fu il 2003 quando Airbus consegno’ 305 jet contro i soli 281 di Boeing, che in 12 mesi aveva registrato un crollo di oltre 100 vendite, rispetto ai 381 jet consegnati solo nel 2002. Da allora Boeing si riprende ma si trova sempre a rincorrere gli europei per quello che e’ statao il loro decennio, fino al 2012 quando Seattle riusci’ a risorpassare i rivali consegnando 601 jet contro i 588 di Airbus. La tendenza da allora si e’ confermata ed anche nel 2015 Boeing (dopo aver toccato un picco assoluto di 723 aerei nel 2014, anno d’oro anche per Airbus con 629 velivoli) gli americani hanno consegnato 580 pezzi contro i 446 di Airbus.
Ma dietro la guerra delle cifre si e’ combattuta quella piu’ dura fatta di ricorsi e carte bollate in cui tutte e due i protagonisti dei cieli si sono scambiate accuse di “mancato rispetto della concorrenza” e di aver ricevuto “aiuti di Stato”. Boeing ha sostenuto che Airbus avrebbe ricevuto aiuti governativi in forma di crediti mentre a sua volta dal quartier generale di Tolosa si puntava il dito contro il settore militare che grazie a contratti di ricerca (impiegate anche nei velivoli commerciali) e esenzioni fiscali, avrebbe garantito sussidi illegali alla Boeing.
Le dispute si sono trascinate dai primi anni ’90 fino a quelli 2000 per approdare il 31 maggio 2005 all’Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto) dove gli Usa presentarono ricorso contro l’Ue per aver garantito a Airbus presunti sussidi illegali. Solo 24 ore dopo, a parti rovesciate, a Ginevra si trovarono i rappresentanti di Bruxelles a denunciare gli Stati Uniti per sostenere Boeing. Ad alimentare la battaglia legale la scelta di Airbus di utilizzare prestiti statali per finanziare lo sviluppo del suo A350, fondi con cui copri’ un terzo dei costi del nuovo jet. Per difendersi dalle facili accuse americane, l’Ue replico’ sostenendo che i finanziamenti garantiti dalla Nasa, dal Pentagono, in termini di contratti di ricerca, e quelli garantiti da alcuni stati da quello di Washington (patria della Boeing) al Kansas e all’Illinosi, vennero usati per lanciare il rivale diretto dell’A350, il 787 Drealminer della Boeing. Nel marzo del 2010 la Wto sanci’ che l’Ue aveva violato le regole finanziando Airbus ma 6 mesi dopo, a settembre, un rapporto preliminare della Wto stabili’ che anche i fondi di cui aveva goduto Boeing erano irregolari e dovevano essere restituiti. Ma in due distinte decisioni prese a maggio del 2011 la Wto decise che la Boeing doveva restituire 5,3 miliardi di dollari di sussidi illegali mentre la corte d’appello della Wto corresse il precedente parere e accolse il principio che il sostegno di Bruxelles non mirava a spingere le esportazioni di Airbus e che quindi alcune forme di partnership pubblico-privata potevano continuare. Parte dei prestiti a basso tasso di interesse per 18 miliardi di dollari sarebbero dovuti essere restituiti ma senza fretta e non veniva indicata una data capestro. Entrambe le parti cantarono vittoria in questa prima tappa importante dello scontro. Poco piu’ di un anno dopo, il 1 dicembre 2011 l’Airbus sostenne di aver rispettato i suoi obblighi in base alle decisione della Wto e chiese a Boeing di fare altrettanto. Per tutta risposta gli Usa diedero il via ad un altro ricorso sostenendo che l’Ue non aveva rispettato le regole del Defense Science Board (istituzione al 100% americana) e pertanto chiedeva di procedere contro Airbus, saltando come foro la Wto. Ue e USa si rivolsero ad una corte di arbitratio internazionale ma fu una fase brreve: gia’ il 19 gennaio del 2012 fecero marcia indietro lasciando lo scontro irrisolto. Si torno’ a Ginevra. Il 12 marzo del 2012 la corte d’appello della Wto confermo’ l’illegalita’ dei sussidi Usa a Boeing e la correttezza dei prestiti restituibili di cui aveva goduto Airbus. Sulla base di questa ‘sentenza’ a settembre dello stesso anno l’Ue richiese alla Wto di agire contro gli Usa e la Boeing. La Wto costitui’ un panel di esperti per dirimere la controversia. Lo stesso che oggi, invece, a sorpresa si e’ espresso contro gli aiuti europei, fin qui ritenuti sempre legali, dalla Wto (circa 22 miliardi di dollari) e che ora – salvo lo scontato ricorso Ue – in teoria Airbus dovra’ restituire. Quella di oggi e’ solo un’altra puntata della stessa lunga guerra dei cieli, da cui iniziano pero’ a spuntare altri concorrenti agguerriti: russi, brasiliani e da poco anche cinesi.