Fertility Day, altro che Lorenzin: ecco le campagne più curiose nel mondo

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Il Fertility Day della ministra Beatrice Lorenzin non è l’unica campagna di sensibilizzazione sul tema della fertilità umana scatenare polemiche. Tra le iniziative più curiose, in giro per il mondo, quella russa.

La Russia, infatti, ha il suo Giorno Nazionale del Concepimento, il 12 settembre, e chi partorisce il 12 giugno vince premi, dal frigorifero all’automobile. La campagna è stata battezzata “Partorisci un patriota nel Giorno della Russia”.  Il 2014, anno con i tassi di natalità ai minimi storici per la Danimarca, è stato lanciato uno spot dal titolo suggestivo “Fatelo per la Danimarca”.

fatelo per la danimarcaPartendo da un sondaggio secondo cui il tempo dedicato al sesso per i danesi in vacanza cresce del 46% , lo spot dell’agenzia Spies Travel invitava a prenotare un viaggio romantico, offrendo uno “sconto ovulazione” e kit prima infanzia per 3 anni alle coppie che avrebbero provato l’avvenuta fecondazione durante la vacanza. Sempre la Spies Travel l’anno scorso ha lanciato offerte speciali per le aspiranti nonne che volessero regalare un viaggio concentrato su attività sportive ai figli, sperando che sarebbe servito a far nascere il nipotino (lo sport incrementerebbe il desiderio sessuale).

yotaroIn Giappone, altro Paese a rischio declino demografico, un’ università 6 anni fa si è lanciata nella crociata pro-nascite con “Yotaro”, un robot-bambino che piange, ha il naso che cola, ride se gli fai il solletico, esprime emozioni di dolore, con la speranza di suscitare sentimenti di maternità e paternità, inducendo la voglia di avere un vero figlio. In Corea del Sud, oltre a misure per facilitare la vita alle coppie con più figli, il governo ha varato incentivi per chi va oltre i due bambini e si è cimentato in iniziative decisamente creative. Nel 2010, ad esempio, fu lanciato il “Giorno della Famiglia”, ovvero il terzo mercoledì di ogni mese, quando le luci degli uffici dovevano essere spente alle 19.30: tutti a casa, a fare figli o prendersene più cura.

FERTILITY DAY 8Nel 1966, la Romania sulla soglia del tasso zero di natalità, aggiunse agli incentivi economici e fiscali per le coppie con figli, una serie di disincentivi, sotto forma di aumento delle tasse, per uomini e donne sopra i 25 anni e senza bambini, indipendentemente dal fatto che fossero sposati o meno. Balzelli pesanti, sino al 20% del loro reddito. Il divorzio, contemporaneamente, divenne un’impresa al limite dell’impossibile: nel 1967 lo ottennero 28 coppie, contro i circa 26 mila divorzi dell’anno precedente. La politica punitiva funzionò nell’immediato, con un netto incremento delle nascite sul brevissimo termine, poi il tasso di natalità tornò a calare. Tanto che il regime di Nicolae Ceausescu arrivò a misure assurde, come visite ginecologiche mensili obbligatorie per registrare gravidanze ai primi stadi e assicurarsi che non venissero interrotte.

FERTILITY DAY 9Riguardo gli slogan e alle locandine improntate sul tema della fertilità, a far discutere non sono solo quelle italiane della ministra Beatrice Lorenzin. Facendo un giro nel mondo, negli Usa, ad esempio, nel 2011 la American Society for Reproductive Medicine lanciò una campagna per far luce sui fattori in grado di compromettere la fertilità come età, alcol, fumo e obesità. Sulle locandine che pubblicizzavano l’iniziativa, campeggiavano biberon spezzati e frasi forti. Anche allora furono diverse le proteste, tanto che l’allora presidentessa della National Organization for Women, Kim Gandy, scrisse: “Di sicuro le donne sono ben informate sull’orologio biologico. Non penso che abbiamo bisogno di ulteriori pressioni sull’avere figli”.

FERTILITY DAY 10Stessa storia a Singapore, dove negli ultimi anni sono state ben due le campagne finite sotto torchio. La prima risale al 2013, quando il governo distribuì nelle università degli opuscoli su cui erano scritte favole famose modificate. Una, ad esempio, era quella di Alice nel Paese delle meraviglie che passava la giovinezza a sperimentare alcol e fumo per poi finire, da grande, a non poter avere figli. Nella campagna più recente, invece, il governo di Singapore ha pensato di riempire le metropolitane con cartoon raffiguranti spermatozoi e ovuli stilizzati, cosa che è stata definita “disgustosa e invadente” dalle associazioni delle donne. E ancora in Gran Bretagna, nel 2013, la campagna “Get Britain Fertile” finanziata da una società che vende test di gravidanza, c’ha messo poco a suscitare l’indignazione del pubblico. Sulla locandina scelta per promuovere l’iniziativa, c’era la foto di una presentatrice tv di 46 anni, Kate Garraway, truccata per sembrare una settantenne incinta. Un’immagine, questa, che secondo molti sottintendeva una critica alle donne che posticipano la gravidanza.

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