Filamenti di gas e polveri: ecco lo scheletro della nostra galassia

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Tra le stelle, nel piano galattico della Via Lattea, si nascondono ampi filamenti di gas e polveri. Rappresentano lo scheletro della nostra galassia. Un’ampia parte di questo scheletro, una cinquantina di nuove strutture, è stata scoperta dagli astronomi dello European Southern Observatory (ESO), coordinati da Ke Wang, grazie a sofisticati algoritmi. Lo studio è stato appena pubblicato su The Astrophysical Journal.

Il mezzo interstellare della Via Lattea è, infatti, strutturato in filamenti. Queste formazioni sono difficili da osservare – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – perché si trovano prevalentemente nel piano galattico. Il loro studio, però, è fondamentale per comprendere come la nostra galassia si sia formata. E come gli stessi filamenti condizionino ancora oggi la nascita delle stelle della Via Lattea.

Lo scheletro della nostra galassia è formato da strutture piuttosto grandi, che possono raggiungere anche lunghezze di centinaia di anni luce. Come la cosiddetta formazione battezzata “Nessie”. Individuata nel 2013, è una delle ossa principali della Via Lattea: si trova al centro del braccio a spirale Scutum-Centaurus. A partire da Nessie gli astronomi, un po’ come fanno i paleontologi quando individuano tracce di un fossile di dinosauro, hanno iniziato a ricostruire il resto dello scheletro. Filamento dopo filamento. Con l’aiuto dei computer, per armonizzare la ricerca.

È con questo approccio che gli scienziati dell’ESO hanno individuato 54 nuovi filamenti, in sei bracci a spirale della Via Lattea. Gli studiosi hanno analizzato quasi metà del piano galattico. La loro stima è che, complessivamente, lo scheletro sia costituito da circa 200 ampi filamenti, analoghi a quelli già individuati.

Come dei collezionisti di ossa, gli astronomi dell’ESO hanno, quindi, creato un vero e proprio catalogo dei nuovi filamenti, determinandone alcune proprietà. Come la massa, stimata tra le 1.000 e le 100.000 masse solari. E la lunghezza, compresa tra 30 e 900 anni luce.

La ricerca, secondo gli autori, rappresenta un importante tassello nella comprensione della struttura del mezzo interstellare della nostra galassia. La tappa successiva sarà estendere le analisi all’intero piano galattico, in modo da ottenere la migliore raffigurazione esistente dello scheletro della Via Lattea.

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