Il Ponte sullo Stretto: un sogno vecchio 130 anni

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E’ un sogno vecchio di 130 anni e più, se proprio non si vuole andare indietro di due millenni, quello di collegare Scilla e Cariddi con un tunnel o un ponte. Il primo progetto era assolutamente avveniristico e prevedeva l’attraversamento dello Stretto di Messina con un tunnel sottomarino. A renderlo quasi ‘fantascientifico’ era la data in calce al progetto dell’ingegner Carlo Navone, il 1870. Eppure di unire Sicilia e Calabria non se ne parlo’ piu’ per un secolo. L’idea si riaffaccia, infatti, negli anni ’60, e, dopo le proposte, culminate nel Concorso di idee per il collegamento stabile tra la Sicilia e il Continente, nel ’71 viene approvata una legge per la realizzazione dell’opera attraverso una societa’ concessionaria. Dovranno passare 14 anni prima che venga affidato alla Stretto di Messina spa l’atto di concessione. Ma la macchina stenta a mettersi in moto e l’opera tra Scilla e Cariddi, fortemente voluta e al tempo stesso fortemente avversata, sembra destinata a rimanere un’utopia. Ma il dibattito e’ quanto mai vivace. A tal punto, che nei primi anni ’90, si apre una accesa ‘querelle’ tra Iri ed Eni sul progetto di collegamento stabile sullo stretto. E alla holding di Via Veneto che vuole il ponte a campata unica (allora, c’era anche l’ipotesi della doppia campata), il gruppo energetico risponde con il tunnel sospeso (ma, anche in quel caso, era stata valutata anche l’ipotesi del tunnel subalveo). Nella ‘disfida’ avra’ la meglio il Ponte. La societa’ Stretto di Messina predispone un progetto di massima, approvato con prescrizioni dal Consiglio superiore dei Lavori Pubblici, nell’ottobre del ’97. Dall’approvazione della legge sono passati 26 anni. Due ‘advisor’ vengono quindi incaricati di compiere nuovi studi e il governo dispone un’indagine conoscitiva sulla bancabilita’ del ponte. L’indagine accerta la possibilita’ di un autofinanziamento parziale, ma con deroghe alla legge Merloni. Si arriva al 2001. Con il governo Berlusconi, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti avvia l’iter per l’approvazione della Legge Obiettivo che elimina i limiti che rendevano impossibile la concessione con autofinanziamento parziale (anche sotto il 50% e o per periodi superiori ai 30 anni). Nel corso del 2002, Stretto di Messina aggiorna il Progetto preliminare rispetto al progetto predisposto nel 1992, sulla base delle prescrizioni normative intervenute, in particolare in termini di sicurezza, nonche’ delle deliberazioni assunte dal Comitato Tecnico Scientifico, istituito dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti nel febbraio 2002. Nel gennaio 2003, Stretto di Messina approva il progetto preliminare del ponte e dei suoi collegamenti, con lo studio di impatto ambientale e la localizzazione urbanistica mentre prende avvio la procedura della Legge Obiettivo. Il 28 aprile l’assemblea degli azionisti approva l’aumento di capitale di 2.507 milioni di euro. Il primo agosto arriva dal Cipe il via libera al progetto preliminare del ponte e dei suoi collegamenti. A novembre viene firmato l’accordo di programma tra ministero delle Infrastrutture, ministero dell’Economia, Regione Calabria e Siciliana, Rete Ferroviaria Italiana, Anas e Stretto di Messina. Ad aprile 2004 viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Italiana ed Europea il bando di gara per selezione General Contractor al quale affidare la realizzazione dell’opera mentre intanto il Parlamento europeo conferma l’inserimento del ponte sullo Stretto nella lista di opere prioritarie a livello europeo. Nell’ottobre 2005, l’associazione temporanea di Imprese Eurolink S.C.p.A., capeggiata da Impregilo vince la gara d’appalto come contraente generale per la costruzione del ponte con un’offerta di 3,88 miliardi di euro. Il 27 marzo 2006, Impregilo firma ufficialmente il contratto per la progettazione finale e la realizzazione dell’opera. Ma, pochi giorni dopo, arriva lo stop, con la vittoria del Centrosinistra alle elezioni. Il Governo Prodi blocca l’iter e il progetto del Ponte torna nel cassetto. Ma solo per poco. Il nuovo Governo Berlusconi, succeduto nel maggio del 2008 al Governo Prodi, riapre il dossier e annuncia di volere riprendere nuovamente l’iter del progetto di costruzione del ponte. A gennaio 2009 il Governo riconferma il suo impegno a realizzare l’opera i cui lavori avrebbero avuto inizio l’anno successivo, nel 2010, per concludersi nel 2016. Il 2 ottobre 2009 la Stretto di Messina S.p.A. impartisce al contraente generale l’ordine di inizio dell’attività di progettazione definitiva ed esecutiva. I primi cantieri, relativi ai lavori propedeutici, vengono avviati il 23 dicembre 2009 e consistono nella deviazione dell’esistente tratta ferroviaria tirrenica in corrispondenza di Cannitello, poco a nord di Villa San Giovanni, onde evitare le interferenze con il futuro cantiere della torre del ponte con analoghi lavori propedeutici sulla costa siciliana intrapresi nei mesi successivi. Ma poi arriva un nuovo stop e questa volta con il Governo Monti. Il 30 settembre 2012 Corrado Clini, ministro dell’Ambiente, dichiara: ”Non esiste l’intenzione di riaprire le procedure per il ponte sullo stretto di Messina, anzi al contrario, il governo vuole chiudere il prima possibile le procedure aperte anni fa dai precedenti governi, e per farlo deve seguire l’iter di legge”. Il 10 ottobre 2012 il governo Monti, nella cosiddetta legge di stabilità, ha stanziato 300 milioni per il pagamento delle penali per la non realizzazione del progetto. Il 31 ottobre 2012 il governo Monti delibera di prorogare, per un periodo complessivo di circa due anni, i termini per l’approvazione del progetto definitivo del ponte sullo stretto di Messina al fine di verificarne la fattibilità tecnica e la sussistenza delle effettive condizioni di bancabilità.

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