Un mercato potenziale complessivo al 2020 di oltre 3,3 miliardi di euro contro gli 1,6 miliardi di euro del mercato atteso (+106% rispetto al 2015). Un gap notevole che pure, anche a detta degli operatori del settore, potrebbe essere colmato – con enormi risparmi in termini di costi energetici e di impatto ambientale – se solo si mettesse in moto un meccanismo virtuoso fatto di informazione e semplificazione. Ma anche solo considerando la diffusione dell’efficient & smart lighting effettivamente attesa per il 2020, è possibile calcolare un risparmio energetico totale pari a 10,8 TWh/anno nel 2020, un traguardo importante, che rappresenta il 5% del consumo elettrico totale al 2015 e quindi contribuirebbe per il 26% al raggiungimento degli obiettivi di efficientamento energetico che l’Italia si è posta con il Pacchetto 20-20-20.
Sono alcuni dei risultati emersi dall’Efficient & Smart Lighting Report redatto dall’Energy&Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano, che vuole fare chiarezza sulle potenzialità e sui modelli di business che caratterizzano i mercati dell’illuminazione, da quella pubblica a quella delle abitazioni, a quella degli edifici adibiti a ufficio, oppure utilizzati per scopi industriali o commerciali.
“L’illuminazione nelle sue diverse accezioni è responsabile ogni anno di oltre 32 TWh di consumi elettrici ed è soprattutto una componente indispensabile del comfort di qualsiasi edificio – spiega Vittorio Chiesa, Direttore dell’Energy&Strategy Group – e tuttavia è ancora troppo bassa la sensibilità dei proprietari di impianti, in tutti i comparti, dal residenziale alla PA, dall’industria al commercio, sulle potenzialità di efficientamento e soprattutto di utilizzo ‘smart’ delle illuminazioni. Una sensibilità ridotta che rischia di far perdere oltre 1,6 miliardi di mercato e che quindi è necessario affrontare”.
E proprio aumentare l’attenzione nei confronti di questi temi è l’obiettivo del Rapporto, presentato oggi nell’ambito di un convegno a cui hanno preso parte i partner dello studio: Abb, Carrefour, Edison, Enel Energia, Enerqos, Eon, Gruppo Innowatio, Philips Lighting.
Per efficient & smart lighting si intende la somma di due componenti: un’illuminazione efficiente che attraverso l’impiego dei led garantisca un minor consumo di energia a parità di prestazioni e un’illuminazione “smart” che grazie a soluzioni hardware e software monitori e controlli l’impiego delle sorgenti luminose, massimizzandone l’efficacia, oltre che l’efficienza energetica. In base a queste due componenti, il mercato potenziale al 2020 può dividersi in 2.032 milioni di euro se si guarda solo alle sorgenti luminose led (+40% rispetto al mercato atteso) e in 1.335 milioni di euro (quindi con un boom del 580% rispetto all’atteso) se si considerano le soluzioni smart.
“Si è scelta la tecnologia led perché è la più versatile e più energeticamente efficiente oggi a disposizione – conferma il professor Chiesa -. La distanza infatti tra questa tipologia di sorgente luminosa e la migliore tra le altre è pari a oltre il 70% in ambito residenziale e a oltre il 20% in ambito industriale e terziario, mentre rispetto all’illuminazione pubblica c’è una sostanziale parità con le lampade a sodio a bassa pressione, che tuttavia non ammettono sistemi di controllo, requisito indispensabile per la parte ‘smart’”.
Il mercato dell’efficient & smart lighting in Italia al 2015
Ma torniamo alla fotografia dell’esistente. Complessivamente nel corso del 2015 il mercato dell’efficient & smart lighting in Italia ha raggiunto un controvalore di oltre 1 miliardo di euro, con prospettive di sviluppo estremamente interessanti. Le sorgenti luminose led si sono assestate attorno ai 900 milioni di euro, dei quali circa 540 milioni in ambito residenziale (per un equivalente di oltre 40 milioni di lampade), circa 200 milioni nell’industriale/terziario e 170 milioni nella pubblica illuminazione.
A queste cifre vanno sommati 140 milioni di euro di soluzioni smart per l’illuminazione: 40 milioni nel residenziale/domestico, 35 milioni nell’industriale/terziario e ben 65 milioni nella pubblica illuminazione. A spartirsi questo mercato vi sono filiere industriali molto articolate e diversificate: a quella tradizionale della “illuminotecnica” si affiancano le Energy Service Companies, attive con sempre maggior frequenza e con forme di ingaggio che vanno dai contratti Epc ai noleggi operativi anche nella pubblica illuminazione, dove gioca un ruolo di rilievo la Consip.
Analizzando la diffusione di queste tecnologie, si possono individuare quattro diversi ambiti. Il terziario (uffici) e il residenziale mostrano un’adozione dei led e delle soluzioni smart superiore alla media. Sono i due ambiti più avanzati nell’uso dell’efficient & smart lighting, dove l’efficacia dell’illuminazione unita all’efficientamento energetico hanno fatto più breccia tra gli adottatori. Sono anche quelli caratterizzati dai minori costi di investimento (in relativo) per le soluzioni e rappresentano dunque un terreno di grande interesse per gli operatori del settore. Al contrario, il segmento industriale rappresenta una sorta di “buco nero”, con una diffusione poco più che embrionale sia delle sorgenti led che delle soluzioni smart, poiché non si comprende adeguatamente il peso dell’illuminazione sia dal punto di vista dell’efficacia che del costo.
Il terziario commerciale è caratterizzato da un uso dei led inferiore alla media controbilanciato da un utilizzo delle soluzioni smart superiore alla media. I numeri sono ancora bassi, tuttavia è evidente come la ricerca dell’efficacia nell’illuminazione (soluzioni smart) sia un driver importante nella scelta da parte degli adottatori. La relativa lentezza nell’adozione è legata al fatto che spesso gli interventi sull’illuminazione sono collegati ad altri più radicali e costosi di rinnovamento del layout o del parco macchine.
Nell’illuminazione pubblica troviamo invece più led che nella media ma meno soluzioni smart: la ricerca dell’efficienza energetica come risparmio di costo spinge all’adozione dei led ma manca una visione più ampia circa le potenzialità dei sistemi di gestione e controllo. Vi è il rischio quindi che vada sprecato una parte del potenziale di utilizzo “smart” di queste infrastrutture, con un segnale in apparente controtendenza rispetto al crescente dibattito circa lo sviluppo delle smart cities.
Il mercato atteso al 2020
Il mercato atteso al 2020 in ambito residenziale/domestico si stima possa raggiungere un valore complessivo compreso tra 770 e 810 milioni di euro (+45% rispetto al 2015). A quella data saranno oltre 400 milioni le sorgenti luminose led installate nelle abitazioni italiane, cui si aggiungono altri 20 milioni circa di apparecchi integrati led. In ambito industriale/terziario i valori in gioco saranno compresi tra i 350 e i 370 milioni di euro, con una crescita dell’80% rispetto al 2015.
Il comparto industriale in senso stretto raddoppierà il suo valore rispetto al 2015, passando da meno di 40 milioni di euro a circa 80 milioni. Lo scenario di riferimento emerso dalle analisi permette infatti di ipotizzare che il 20% delle sorgenti installate nelle realtà industriali italiane saranno a led. Valore molto distante da quello del residenziale ma che comunque segna un’affermazione importante dei led anche in un comparto che ha finora mostrato scarsa attenzione a questo tipo di soluzioni. Saranno infine oltre 650.000 i “punti luce” che verranno dotati di led nel nostro Paese nel corso del 2020, con un balzo quindi estremamente significativo (+90%) rispetto al 2015. Se si considera l’effetto complessivo delle sostituzioni e delle nuove infrastrutture si arriva ad ottenere nel 2020 un valore cumulato di soluzioni a led in ambito di illuminazione pubblica pari a circa 3.300.000 – 3.500.000 di punti luce.
A questi numeri andrà a sommarsi un mercato delle soluzioni smart previsto attorno ai 195 milioni di euro. Nonostante anche qui la crescita sia importante rispetto al 2015 (+40%) è evidente che il mercato delle tecnologie smart sia più lento di quello delle soluzioni di efficient lighting. Il rapporto tra i due mercati (in valore) era infatti pari a 6,4 a favore dell’efficient lighting nel 2015, e questo valore sale a 7,9 nel 2020. Una differenza su cui è opportuno riflettere soprattutto se si pensa che efficacia ed efficienza nel lighting dovrebbero andare di pari passo.
Il mercato potenziale al 2020
Ma qual è il vero potenziale di mercato? Nel Rapporto si è provato a dare una risposta a questa domanda costruendo uno scenario in cui al 2020 le fonti luminose siano costituite al 100% da led in tutti i settori, mentre le soluzioni smart (essendo ovviamente irrealistico il completo switch del mercato ipotizzato per i led) si attestino al 10% per le abitazioni residenziali, il terziario commerciale e la pubblica illuminazione, al 5% per l’industriale e al 15% per gli uffici.
Il mercato potenziale complessivo al 2020 costruito secondo questo scenario risulta pari a oltre 3,3 miliardi di euro, contro gli 1,6 miliardi di euro del mercato atteso (+106% sul 2015). Se si scompongono le due componenti dell’efficient & smart lighting si nota che l’incremento è pari a 2.032 milioni di euro (+40% rispetto all’atteso) per le sorgenti luminose a led e a 1.335 milioni (+580% rispetto all’atteso) per le soluzioni smart. Nonostante la differenza con il mercato atteso appaia significativa, il mercato potenziale pare essere – anche a detta degli operatori del settore – “alla portata” se solo si mettesse in moto un meccanismo virtuoso fatto di informazione e semplificazione.
Che fare per favorire la diffusione dell’efficient & smart lighting?
In merito all’informazione, soprattutto con riferimento all’ambito industriale e della pubblica illuminazione, è indispensabile che si faccia leva sull’obbligo dell’audit energetico per i primi e sulla misura puntuale dei consumi della pubblica illuminazione per favorire la presa di coscienza della necessità di efficienza e di efficacia nella gestione dell’illuminazione. Analoga necessità di informazione riguarda il segmento residenziale/domestico, troppo spesso gestito con il “fai-da-te” o con la filiera tradizionale dell’illuminotecnica, ancora poco incline all’adozione di soluzioni smart per la mancanza di conoscenza di tali tecnologie.
Per quanto concerne la semplificazione, sempre rimanendo nel mondo della pubblica illuminazione è evidente come i tempi di gestazione degli interventi rappresentino un freno allo sviluppo. Procedure più snelle e una apertura maggiore a forme di finanziamento miste pubblico-privato o con il ricorso a forme contrattuali evolute tipo l’Epc potrebbero accelerare decisamente lo sviluppo del mercato. Accelerazione che è foriera di ulteriori sviluppi in quanto – per la natura e la capillarità dell’infrastruttura di illuminazione pubblica – può divenire la spina dorsale lungo la quale far passare servizi evoluti di smart city.
Non vi è la necessità di incentivi economici ad hoc, trattandosi nella maggior parte dei casi di interventi che già oggi sono ricompresi nelle normative per il risparmio energetico degli edifici. Tuttavia azioni mirate – ad esempio l’estensione alle persone giuridiche dei benefici fiscali previsti per le persone fisiche in caso di intervento di efficientamento sui sistemi di illuminazione, oppure la concessione di agevolazioni in campo Iva per le pubbliche amministrazioni – con il loro effetto promozionale potrebbero fare da volano e aiutare la diffusione dell’informazione sulle effettive potenzialità di mercato dell’efficient & smart lighting.