Jurassic Park diventa realtà. Stavolta la fantascienza c’entra ben poco, ma a destare la curiosità degli scienziati di tutto il mondo è la volontà di voler riportare in vita gli animali estinti a seguito dell’evoluzione della Terra. Le prime specie che potrebbero rinascere nuovamente sono il mammut lanoso, scomparso 4.000 anni fa, e il piccione migratore, estinto agli inizi del ‘900.
Queste specie, secondo gli esperti di Le Science, potrebbero ripristinare l’equilibrio ecologico del Pianeta, ormai divenuto del tutto vacillante.
Riportare in vita gli esseri animali estinti non è un’operazione priva di difficoltà ma la strade da poter percorrere sono essenzialmente tre: incroci ‘a ritroso’, clonazione e ingegneria genetica basata sul taglia-incolla del Dna.
“Lo scopo e’ ricostruire gli antichi equilibri che sono stati alterati, quasi sempre per effetto dell’uomo”, ha spiegato Donato Matassino, presidente del Consorzio per la Sperimentazione Divulgazione e Applicazione di Biotecniche Innovative (ConSDABI) di Benevento. Il ricercatore coordina il progetto europeo per riportare in vita il papa’ dei bovini domestici, cioe’ l’uro (Bos primigenius primigenius). “L’uro – ha detto Matassino – manteneva in equilibrio il suo ambiente e le risorse alimentari del pascolo, perche’ lo calpestava e impediva ai cespugli di crescere”.
Ogni specie infatti svolge un proprio ruolo di essenziale importanza all’interno del ciclo animale e anche una sola assenza porterebbe a un consequenziale squilibrio della natura e l’ambiente ne risentirebbe particolarmente.
George Church dell’Universita’ di Harvard, messo a capo del progetto per riportare in vita in mammut, ha spiegato che con la scomparsa di questo pachiderma e’ cambiato il paesaggio artico: la prateria si sarebbe trasformata nella tundra di oggi. Anche con l’estinzione dei piccioni migratori, le foreste del Nord America non sono state piu’ le stesse. “Le querce bianche per esempio hanno perso chi disperdeva i loro semi”, ha spiegato Ben Novak, della fondazione Revive and Restore di San Francisco.
Entrambi gli animali sono in cima alla lista dell’universita’ della California delle specie estinte che potrebbero essere piu’ utili al pianeta e per questo riconsiderate.
Per riportarli in vita ci si industrierà tramite l‘estrazione del DNA di questi animali estinti, processo copia-incolla del DNA, per poi selezionare alcuni geni cruciali, responsabili delle caratteristiche principali delle specie, e trasferirli nel Dna di un loro parente molto vicino. Questo approccio non produce copie geneticamente identiche agli animali estinti, ma un animale simile nell’aspetto e nel comportamento.
Si potrebbe invece optare anche per un’altra strada ovvero prelevando una cellula dalla carcassa di un animale estinto, estrarne il nucleo e quindi trasferirlo nella cellula uovo di un parente vicino, privata del nucleo.
Questo processo, detto clonazione, , e’ stato usata per riportare in vita lo stambecco dei Pirenei, anche se il cucciolo e’ morto poco dopo la nascita.