Meno rifiuti con imballaggi riutilizzabili, Eurepack: “Il Conai non ne parla”

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Sono più vantaggiosi economicamente, contribuiscono a ridurre la produzione di rifiuti e promuovono l’economia circolare. Sono gli imballaggi riutilizzabili di plastica, impiegati soprattutto nel settore nel comparto ortofrutta. Vantaggi riconosciuti anche dal Conai che però non ne parla. Così all’Adnkronos Carlo Milanoli, presidente di Eurepack, il consorzio italiano di aziende che si occupano di imballaggi riutilizzabili in plastica, che ha organizzato a Macfrut2016 una tavola rotonda, intitolata “I Desaparecidos”, per richiamare l’attenzione proprio sui benefici di questi imballaggi.

In particolare, spiega Milanoli, a giocare a favore dei contenitori di plastica riutilizzabili ci sono “l’economicità, in quanto a conti fatti, costano meno degli imballaggi a perdere e la sostenibilità perché a fine vita il materiale viene riciclato per produrre nuovi imballaggi e non diventa mai rifiuto” con uno schema che Milanoli definisce “a rifiuti zero”.

Lo studio del Fraunhofer Institut, in collaborazione con l’università di Stoccarda, del 2009, arriva a calcolare in oltre 100.000 tonnellate la minor emissione di anidride carbonica in atmosfera ogni anno, conseguente alla sostituzione di 300 milioni di cassette a perdere con altrettanti cicli di riutilizzo delle cassette in plastica; oltre alla riduzione di rifiuti stimabile in 150.000 tonnellate in meno all’anno.

Qualità “riconosciute anche dal Conai, (Consorzio nazionale imballaggi, ndr) anche se di noi non parla per ragioni abbastanza intuibili” afferma Milanoli che spiega: “noi siamo un competitor importante. Più si utilizzano questi imballaggi, meno rifiuti si producono e meno materiale c’è per chi si occupa della raccolta”. Il Conai, dunque, spiega il presidente di Eurepack, “da una parte dovrebbe fare prevenzione e dall’altra gestire i consorzi di filiera che si occupano della raccolta dei rifiuti”. Due mondi “in conflitto”.
In questi anni, Milanoli spiega che dal Conai il settore degli imballaggi riutilizzabili di plastica è riuscito ad ottenere solo vantaggi per quanto riguarda il contributo al consorzio: “da un paio d’anni infatti i nostri associati pagano il contributo Conai non sull’immesso sul mercato ma solo su quello dichiarato ‘perduto’, ossia che esce dal controllo e diventa rifiuto”.

Il Conai, dunque, “ci supporta ma non in maniera convinta come noi invece vorremmo visto che facciamo risparmiare rifiuti. Ci aspettiamo dunque una collaborazione più attiva per poter entrare anche in altri comparti”. Ad oggi, sottolinea Milanoli, “nella grande distribuzione più del 50% dell’ortofrutta viene venduta attraverso questi imballaggi. In altri comparti siamo presenti in maniera poco significativa ma ci vorremmo inserire anche nella logistica e ci stiamo espandendo in altre filiere come carne e pesce”.

La collaborazione auspicata da Eurepack con Conai intende coinvolgere anche l’opinione pubblica. “Riteniamo che anche i consumatori debbano essere consapevoli dell’importanza e del ruolo green degli imballaggi di plastica, anche se tramite un nostro consorziato abbiamo potuto constatare, un po’ a sorpresa, che di fatto l’ultimo anello della catena è già in parte informato dei vantaggi legati alla loro adozione”, puntualizza Milanoli.

Da un sondaggio commissionato da un associato Eurepack a Brandcheck, società di consulenza, realizzato su 2200 consumatori distribuiti per età, sesso e in varie nazioni, Italia compresa, è emerso che il 55% ha espresso un maggiore gradimento verso gli imballaggi di plastica riutilizzabili, considerandoli più igienici e puliti, oltre che più gradevoli nell’aspetto. Inoltre una parte di essi si è dichiarata consapevole del fatto che tali imballaggi possono essere riutilizzati. (AdnKronos)

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