Qualche giorno fa un gigantesco buco coronale si è formato sul Sole, nella parte più esterna della sua atmosfera: la nostra stella ha scagliato uno sciame di particelle cariche di energia, vento solare ad alta velocità (600+ km/s) diretto verso la Terra. L’Agenzia NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), ha reso noto che lo sciame ha raggiunto il nostro pianeta il 27 settembre ed è ancora in corso una tempesta geomagnetica classe G1, che sta generando aurore polari.
Il buco coronale è un’area più scura perché più fredda rispetto a quelle circostanti, e si estende per circa il 30% del disco del Sole. Buchi molto estesi, come questo, sono normali in prossimità del minimo solare, il periodo di bassa attività che il Sole attraversa ogni 11 anni, previsto nel 2018-2019. La struttura “potrebbe persistere per più di un mese perché questi buchi a volte durano per più di una rotazione completa del Sole, cioè 28 giorni,” ha spiegato Mauro Messerotti, dell’Osservatorio di Trieste dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e dell’università di Trieste.