Ricerca: il capo non sa creare il “clima”? il dipendente ama l’azienda lo stesso

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Un capo che non sa creare un clima di fiducia assegna i compiti (e non sempre in modo chiaro) ma non indica gli obiettivi e non sa condividere i successi e generare coinvolgimento. Questa è la fotografia che emerge da una serie di studi del clima interno realizzati in aziende pubbliche e private dall’Istituto Ixé, ascoltando sia il vissuto di manager sia quello dei dipendenti, un clima di cui il 26% dei lavoratori parla e scrive sui social network.
I principali elementi che potrebbero generare un clima interno positivo e proficuo sono largamente disattesi dal management. Il grado di motivazione medio è pari a 5,1 (scala 1-10) e analogo è il punteggio medio corrispondente al sentirsi ascoltati. Nonostante tutto, però, il livello medio di affezione alla propria azienda è alto: 7,8 (su scala 1-10).
Invece, è dimostrato e accertato da studi a livello internazionale – si osserva – che un buon clima aziendale aumenta decisamente la produttività, sviluppa l’iniziativa e la creatività.
Quando si vogliono ottenere risultati maggiori dal personale – commenta Margherita Sartorio Mangotti, responsabile del progetto e amministratore delegato dell’Istituto Ixè – l’azienda non ha altra scelta se non quella di provare a coinvolgere, non soltanto il corpo, ma anche la mente di ogni collaboratore. La nostra idea è quella di realizzare un percorso finalizzato alla diagnosi e alla qualificazione del clima interno, partendo dall’ascolto di tutti i dipendenti alla formazione dei leader anche attraverso un coaching individuale”.
In diverse occasioni ho trovato situazioni aziendali – continua Margherita Sartorio – in cui l’elemento generatore di problemi era la comunicazione: manager che non sanno relazionarsi con i dipendenti in modo positivo, non sanno generare coinvolgimento, utilizzano un linguaggio che crea frustrazione, resistenza e rabbia o apatia. E non se ne accorgono nemmeno. Replicano schemi organizzativi di comando senza capirne le conseguenze negative sulla partecipazione e la produttività, di cui però si lamentano“.
Le persone coinvolte nel percorso pensato e realizzato dal nostro istituto, poi, si sono sentite ‘alleggerite’ per aver potuto esprimere il loro vissuto, le loro difficoltà ed essersi sentite ascoltate e hanno riconosciuto il valore del collaborare”, sottolinea.
Inoltre, aspetto strategico e cruciale per le imprese, non va sottovalutato l’impatto del clima aziendale sulla ‘corporate reputation’: da una parte, l’attenzione da parte dei consumatori, degli stakeholder e delle istituzioni si è acuita nei confronti del trattamento dei lavoratori; dall’altra, nell’epoca dei social network, i collaboratori e i dipendenti sono diventati i primi testimonial dell’azienda in cui lavorano.
Oggi raccogliere informazioni sui marchi e sulle aziende valutandone la reputazione ha assunto un peso determinante sulle scelte di consumo: in questo scenario, l’aspetto positivo del welfare aziendale rappresenta un asset rilevante utilizzabile anche in eventuali situazioni di crisi comunicativa.
L’istituto Ixè ha sviluppato, partendo da queste esigenze, un programma che ha l’obiettivo di supportare le aziende, i luoghi di lavoro dei settori sia pubblico che privato, a migliorare il benessere interno. Unire diverse competenze per sviluppare un percorso finalizzato alla diagnosi e qualificazione del clima interno è la base su cui Ixè struttura l’offerta: analisi del clima interno, formazione alla leadership e comunicazione per concludere con sessioni di coaching individuale. (AdnKronos)

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