Ricerca, il patrimonio mondiale ha un nuovo alleato: E-RIHS

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La Commissione Europea ha approvato il finanziamento di 4 milioni di euro sul programma di ricerca e sviluppo Horizon 2020 per l’avvio della fase preparatoria della creazione dell’infrastruttura di ricerca europea per la scienza del patrimonio, E-RIHS PP—European Research Infrastructure for Heritage Science Preparatory Phase.

L’Italia con il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) è il capofila di E-RIHS PP, il cui consorzio conta 15 Stati membri più Israele. Per l’Italia partecipano anche l’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) per le metodologie fisiche applicate ai beni culturali, il Consorzio universitario per lo sviluppo dei sistemi a grande interfase (Csgi) per i nuovi materiali per la conservazione e il restauro e il Polo universitario Città di Prato (Pin Scarl) per l’archeologia digitale. E-RIHS PP unisce studiosi e professionisti delle scienze umane e naturali – archeologi, storici dell’arte, paleo-antropologi e paleontologi, restauratori, scienziati della conservazione, solo per citarne alcuni – che riconoscono la necessità di un approccio integrato, attuabile sviluppando insieme la scienza del patrimonio (Heritage Science).

Lo scopo di E-RIHS PP è fondare un’unica infrastruttura di ricerca, con strutture distribuite in tutta Europa e aggregate in nodi nazionali che offrano accesso a strumenti di alto livello scientifico, metodologie innovative e dati, organizzate in quattro piattaforme: Molab per gli strumenti mobili per analisi non-invasive sul patrimonio da realizzare in-situ; Fixlab costituito dalle grandi infrastrutture quali sincrotroni, sorgenti di neutroni, acceleratori per datazioni e caratterizzazione dei materiali d’interesse storico-artistico, archeologico e antropologico; Archlab che comprende archivi di dati fisici in gran parte inediti, contenuti in prestigiosi musei, gallerie e istituti di ricerca europei; Digilab per l’accesso diretto alle informazioni sull’oggetto disponibili in banche dati e biblioteche digitali.

Per guidare efficacemente il nodo italiano di E-RIHS, il Cnr sta costituendo una rete distribuita nazionale assieme a Infn ed Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, con l’obiettivo di raccordare sul territorio le università e tutti gli attori locali dei tre ministeri coinvolti che per l’Italia sostengono l’iniziativa: Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MiBact), Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca (Miur) e Ministero dello Sviluppo Economico (Mise). La fase operativa di E-RIHS PP, supportata dal progetto europeo approvato, avrà inizio nel gennaio 2017 e avrà una durata di tre anni (2017-2019). Nel corso del progetto saranno discussi e definiti importanti assetti del funzionamento dell’infrastruttura europea quali la governance, il piano economico, i regolamenti e la logistica ma soprattutto la sede legale e operativa del consorzio europeo d’infrastruttura di ricerca (Eric) di cui sono state avviate le procedure per la sua fondazione da parte dei Paesi europei coinvolti con il coordinamento dell’Italia.

Con la guida del Cnr, il patrocinio della Regione Toscana e del Comune di Firenze e il supporto di Ente Cassa di Risparmio di Firenze, la candidata europea è la città di Firenze che aggregherà le eccellenze scientifiche della scienza del patrimonio di Cnr, Infn, Enea e Università di Firenze intorno all’Opificio delle pietre dure (Opd), che vanta un indiscusso prestigio internazionale nel settore e che fin dal 1999 è coinvolto nelle iniziative europee che hanno portato alla vittoria di E-RIHS PP per l’Italia. Anche l’Iccrom, Centro internazionale di studi per la conservazione ed il restauro dei beni culturali, è parte dell’iniziativa per quanto riguarda il coinvolgimento dei Paesi extra-europei in E-RIHS per farne un’infrastruttura di ricerca globale a guida italiana.

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