Il terreno non e’ in grado di assorbire anidride carbonica (che provoca l’effetto serra) nella misura in cui credono gli esperti ambientali dell’Onu. La capacita’ del terreno di assorbire la CO2 (prodotta in eccesso dalle attivita’ umane) e’stata sovrastimata del 40% dai modelli scientifici usati dal Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Ipcc) delle Nazioni Unite. Lo sostiene una ricerca dell’Universita’ della California, di cui riferisce il quotidiano britannico Guardian. La terra e’ un grande serbatoio di anidride carbonica, che assorbe dalle piante morte che si decompongono. Di conseguenza, bloccare la deforestazione e utilizzare determinati tipi di colture sono sistemi per eliminare CO2 dall’atmosfera. L’IPCC, l’agenzia dell’Onu che studia i cambiamenti climatici, ha calcolato che se fossero ripristinate tutte le foreste eliminate negli ultimi secolo, l’anidride carbonica nell’atmosfera passerebbe da 400 ppm (parti per miliardo) a 360 ppm. Secondo la nuova ricerca dell’Universita’ della California tuttavia, queste stime sono troppo ottimistiche. I ricercatori hanno esaminato 157 campioni di suolo prelevati in tutto il mondo e hanno riscontrato che il carbonio presente in questi era piu’ vecchio di sei volte rispetto a quanto calcolato dai modelli usati dall’IPCC. Per gli studiosi californiani, il potenziale di assorbimento del carbonio da parte della terra e’ stato sovrastimato del 40%. La capacita’ delle foreste e delle coltivazioni di “pulire” l’aria dal principale gas serra, “seppellendolo” nel terreno, secondo questo studio e’ minore di quanto pensato. Il che rende ancora piu’ necessario l’abbandono delle fonti fossili a favore delle rinnovabili, per combattere il riscaldamento globale.