Spagna, primi due casi di febbre emorragica Crimea-Congo

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Preoccupazione in Spagna per i primi due casi di infezione da febbre emorragica Crimea-Congo (CCHF): uno dei due contagiati, un uomo di 62 anni, è morto lo scorso 25 agosto dopo una passeggiata in un campo, nella provincia di Avila. Il secondo contagio è avvenuto ai danni dell’infermiera che lo aveva curato.

C’è polemica in queste ore in Spagna perché il protocollo anti-contagio è stato attivato soltanto undici giorni dopo che il paziente aveva fatto ingresso in ospedale. Solo ieri infatti è stata confermata da analisi la natura della malattia. Si tratta di una malattia virale molto diffusa in Africa, causata – secondo quanto riferisce il Ministero della Salute – da un virus (Nairovirus) della famiglia Bunyaviridae, trasmesso da zecche del genere Hyalomma.

Le autorità sanitarie spagnole hanno posto sotto osservazione 200 persone che potrebbero essere state a contatto con i due contagiati. Difficile comunque che il virus si propaghi in Europa. La zecca che lo trasmette inoltre, solo raramente colpisce l’uomo.

La malattia è stata descritta per la prima in Crimea nel 1944: da lì il nome di febbre emorragica di Crimea. Nel 1969 è stato riconosciuto che il patogeno che causa la febbre emorragica di Crimea era lo stesso virus responsabile di una malattia identificata nel 1956 in Congo. Per questo il collegamento dei due toponimi, che ha portato al nome attuale della malattia e del virus. La febbre emorragica Crimea-Congo ha un periodo di incubazione di 3-4 giorni.

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