Passi avanti per il futuro dell’esplorazione spaziale made in USA. Al NASA Michoud Assembly Facility di New Orleans i tecnici sono al lavoro per rispettare la timeline dell’assemblaggio dello Space Launch System, il sistema di lancio erede dello Space Shuttle.
Proprio in questi giorni – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – gli ingegneri del Michoud Facility hanno completato la saldatura del serbatoio di idrogeno: questa cisterna misura circa 40 metri di altezza e comprende circa due terzi della parte centrale del lanciatore e ha al suo interno più di 2000 metri cubi di idrogeno, raffreddato a meno 252 gradi. Il serbatoio di ossigeno, raffreddato a meno 182 gradi, è alto circa 60 metri per un diametro di 8.
Idrogeno e ossigeno liquidi servono ad alimentare i quattro motori RS-25. Già sfruttato come motore principale sulle missioni Shuttle, RS-25 ha una capacità di sollevamento pari a 77 tonnellate nel blocco 1. Con l’aggiunta di due booster a propellente solido o liquido sarà possibile aumentare le sue capacità di sollevamento portandolo a 115 tonnellate nel blocco 1B e a 143 tonnellate nel blocco 2. “Abbiamo gettato le basi per la costruzione del lanciatore – ha detto Joan Funk del Marshall Space Flight Center – tutti gli elementi di maggiore volume sono a posto. Ora è il momento di mettersi al lavoro sulla parti interne”.
Una volta assemblati tutti i componenti, lo stadio principale verrà trasportato su una chiatta allo Stennis Space Center nel Mississippi dove verrà sottoposto a test strutturali. Successivamente i motori saranno montati per la prima volta in configurazione singola con lo stadio principale per testarne la funzionalità. L’ultimo parte del viaggio condurrà SLS al Kennedy Space Center che ha recentemente terminato un piano di revisione delle strutture e dei sistemi di supporto di terra del centro per adeguarle alle necessità del lanciatore.
La strada da percorrere in attesa del volo inaugurale previsto per il 2018 è ancora lunga: il vettore dovrà superare diversi test di qualifica utili a verificare la sua idoneità al trasporto di astronauti, lander e attrezzature di ogni genere necessarie all’esplorazione di Marte e dello spazio profondo.
Il nuovo potente veicolo di lancio continuerà ad evolversi anche dopo il primo volo poiché è basato su un design modulare di parti intercambiabili che permettono di variare gli obiettivi di missione e di migliorare la tecnologia, a seconda del carico a bordo.