Lo scorso mercoledì 28 Settembre 2016 una incredibile ondata di calore ha la Guyana e in modo particolare il territorio della Guyana Francese, dove per la prima volta da quando si effettuano le rilevazioni il termometro ha sfiorato la soglia dei +38°C, con una massima assoluta di oltre i +38°C nella stazione meteorologica di Saint-Laurent-Du-Maroni. Con i +38°C dello scorso mercoledì, a Saint-Laurent-Du-Maroni, il record assoluto di caldo della Guyana Francese è stato letteralmente sbriciolato. Finora mai si era arrivati così in alto nel piccolo stato sud-americano, ubicato molto vicino al passaggio della linea dell’equatore. Anche se parliamo di pochi decimi di scarto, bisogna ricordarsi che ci troviamo di fronte ad uno dei climi più omogenei del pianeta, visto che la Guyana Francese rientra nella fascia climatica equatoriale e sub-equatoriale. Difatti sono debolissime le escursioni termiche annue, specialmente sulla costa dove si ha una temperatura quasi costante intorno i +26°C +27°C. L’influenza oceanica, con gli Alisei di NE e SE in arrivo dall’Atlantico equatoriale, impedisce le brusche scaldate.
Quasi ogni anno in Guyana si possono superare i +34°C +35°C, a volte si possono toccare pure i +36°C. Ma abbattere il muro dei +37°C diventa eccezionale, visto che si è raggiunto solo in rarissime occasioni. Quando però si balza tutto in un colpo a ridosso dei +38°C ci troviamo di fronte una vera e propria impresa straordinaria. Per questo quella di mercoledì 28 Settembre rimarrà una data storica per il clima della Guyana Francese. Certo, resta da chiedersi come mai proprio quel giorno la stazione meteorologica di Saint-Laurent-Du-Maroni ha registrato la temperatura massima più alta di sempre, una giornata apparentemente molto calda, ma senza particolari anomalia che potevano portare all’archiviazione di un record assoluto di caldo.
In realtà, se analizziamo accuratamente la situazione sinottica fra i Caraibi meridionali e l’Atlantico equatoriale si riescono a trovare le prime risposte attendibili. Difatti, mentre la Guyana Francese era interessata da una debole ventilazione orientale, con la tipica componente da E-NE e NE, poco più a nord, a ridosso delle Piccole Antille, trovavamo in azione la tempesta tropicale “Matthew”, in fase di intensificazione a ciclone tropicale di 1^ categoria Saffir-Simpson sul settore più meridionale del mar dei Caraibi orientale.
La tempesta tropicale, piuttosto estesa, era caratterizzata da una forte attività convettiva (forti correnti ascensionali), soprattutto attorno la parte centrale del sistema depressionario, dove si è sviluppato un imponente nucleo, con nubi torreggianti che si sono avvitate attorno il profondo minimo barico centrale. Come si sa i fenomeni atmosferici, nelle loro dinamiche piuttosto complesse, sono caratterizzati da “azioni e reazioni” che servono a raggiungere un equilibrio. In questo caso l’intensa attività convettiva, generatasi attorno al ciclone tropicale “Matthew”, ha favorito lo sviluppo di importanti aree di “Subsidenze atmosferiche” (moti discendenti) nella zona a nord e ad ovest dell’area di massima convenzione.
In pratica, le forti correnti ascensionali prodotte da “Matthew”, una volta giunte nell’alta troposfera, poco più a sud e ad est, hanno di tutta risposta innescato forti moti discendenti che hanno compresso ulteriormente l’aria in loco, determinato insolite scaldate, a causa della “compressione adiabatica”. Ciò spiega perché durante il raggiungimento della temperatura massima di ben +38°C anche i tassi dell’umidità relativi, in genere elevatissimi in un arcipelago circondato dall’oceano come le Seychelles, sono scesi sotto la soglia del 60% 50%, segno della presenza di fasce di “Subsidenza” indotte dall’approfondimento di “Matthew” sul settore più orientale del mar dei Caraibi.